Il team di Franklin Templeton sta monitorando l’impatto dello scoppio del coronavirus in Cina e in altre parti del mondo sulle economie dei mercati emergenti

La situazione rimane mutevole e si prevede un peggioramento a breve termine. Il rapido sviluppo del coronavirus del 2019 ha generato qualche incertezza sulle prospettive di crescita globale a breve termine. Tuttavia, nella nostra attuale valutazione, i rischi di ribasso sono concentrati sul breve periodo, mentre le nostre prospettive economiche e di mercato a lungo termine rimangono intatte.

Nel breve termine prevale la view negativa

A breve termine riteniamo che gli eventi attuali avranno un impatto negativo sul sentiment e sull’economia. In Cina e in Asia, l’attività economica e i consumi a breve termine subiranno probabilmente un impatto significativo in quanto le persone limitano i loro movimenti come misura preventiva. Questo potrebbe ripercuotersi in senso pesantemente negativo sulla crescita. I nostri team locali riferiscono che le persone in Cina hanno cancellato i piani di viaggio, le attività sociali e le uscite, svuotando i ristoranti, i cinema e gli alberghi. Il traffico negli snodi di trasporto ancora in funzione è molto ridotto.

I consumi offrono un contributo all’economia significativamente più importante che nel 2003, all’epoca della SARS, e rappresentano oggi oltre il 70% della crescita del prodotto interno lordo (PIL) della Cina (a fronte di meno del 40% nel 2003). Questo ci porta a credere che l’impatto sull’economia possa essere più grave di quello visto nel 2003. Tuttavia la ripresa potrebbe non essere così rapida, in quanto oltre ad avere dimensioni ben maggiori, oggi l’economia cinese cresce anche a un ritmo più modesto rispetto al tasso a due cifre di 14 anni fa.

Settori come viaggi, tempo libero, vendite al dettaglio e alcuni sotto-segmenti dei consumi voluttuari subiranno probabilmente un impatto diretto a breve termine. Poiché la Cina è diventata parte integrante della filiera produttiva globale, qualsiasi ulteriore proroga delle chiusure degli stabilimenti comporterebbe rischi legati a interruzioni temporanee della catena di fornitura per le multinazionali.

Poiché riteniamo che la crescita economica cinese ne risentirà probabilmente per almeno uno o due trimestri, il governo potrebbe rispondere a un rallentamento dell’economia attraverso misure di stimolo come i tagli dei tassi di interesse, o misure per incoraggiare la spesa per le infrastrutture e/o dare impulso ai consumi. Nel brevissimo termine, tuttavia, gli sforzi del governo dovrebbero rimanere concentrati sul contenimento della diffusione del virus.

 

Medio-lungo termine: neutrale.

Pur monitorando la situazione, attualmente riteniamo che le prospettive di crescita a lungo termine per la Cina e le azioni cinesi rimangano invariate. L’adozione in massa della tecnologia, l’aumento dei consumi e la premiumization (aumento della domanda di beni di prima qualità da parte dei consumatori), l’ammodernamento della produzione e le riforme del governo dovrebbero aiutare il paese a riemergere con più forza e fiducia da questo periodo difficile, con molteplici pilastri di sostegno economico.

Allo stesso modo, rimaniamo ottimisti sulle prospettive delle azioni asiatiche nel lungo periodo, con particolare riguardo ai nomi di qualità con utili sostenibili.

La nostra view sulle implicazioni per il mercato

  • I mercati azionari asiatici hanno già registrato una correzione del 4-6% rispetto al picco di metà gennaio 2020. L’epidemia in atto è sopraggiunta dopo un anno di solide performance azionarie (con l’indice S&P 500, l’indice MSCI All Country World Index (ACWI) e l’indice MSCI China in crescita rispettivamente del 29%, 27% e 24% nel 2019)3, che hanno portato alcuni mercati a segnare nuovi massimi. Ciò suggerisce che potrebbero verificarsi ulteriori correzioni, visto che l’incertezza resterà anche nelle prossime settimane e che i mercati continuano a consolidarsi dopo un periodo di forti performance.
  • Considerate le aspettative di un’ulteriore escalation del numero di infezioni e di decessi legati al coronavirus, l’ansia, il nervosismo e il pessimismo dei mercati internazionali dovrebbero accentuarsi in tutto il mondo nel breve termine.
  • È opportuno evidenziare che la correzione del mercato durante l’epidemia di SARS aveva avuto una durata relativamente breve. Tra l’inizio dell’epidemia SARS (quando è stata notificata all’OMS) e la fine dell’episodio nel luglio 2003, i mercati avevano addirittura guadagnato terreno. Facciamo tuttavia presente che, a differenza di oggi, l’episodio della SARS si è verificato dopo un periodo di flessione dei mercati azionari, che ha fatto registrare un calo alla fine del 2002 (indice S&P 500) e all’inizio del 2003 (MSCI ACWI), prima di una ripresa pluriennale.

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Redazione

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