Jeremy de Pessemier, Senior Investment strategist, Investment Solutions Group, State Street Global Advisors, chiude l’inchiesta di Fondi&Sicav sull’azionario emergente

 

Jeremy De Pessemier, State Street Global Advisors

Nel decennio appena conclusosi, gli indici azionari composti dall’universo dei paesi emergenti non sono stati in grado di seguire il trend rialzista delle principali Borse delle aree sviluppate. Quali sono, a vostro giudizio,  le ragioni alla base della fsottoperformance?

I programmi di Quantitative Easing lanciati a livello globale, guidati dalla Fed e implementati a seguito della crisi finanziaria globale, sono stati un potente driver per i ritorni azionari dei mercati sviluppati, soprattutto per l’azionario statunitense, facendo sì che questi mercati registrassero una crescita più veloce rispetto a quelli emergenti.
Più recentemente gli aumenti dei tassi da parte della Fed e il conseguente rialzo del dollaro hanno portato a un aumento del rischio di credito nella maggior parte degli emergenti, limitando l’accesso delle società di questi mercati a capitali prontamente disponibili e rendendo allo stesso tempo più difficile il ricorso al debito denominato in dollari di quest’area. Queste problematiche hanno fornito agli investitori un altro motivo per ridurre la propria esposizione a questa regione, con un impatto negativo sui rendimenti delle azioni dei mercati sviluppati.
Ancora più recentemente, la sottoperformance dell’azionario emergente ha rispecchiato principalmente le preoccupazioni legate alle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. I dazi imposti alla Cina stanno danneggiando l’intera area degli emergenti, in quanto la Cina è uno dei partner commerciali più importanti di diversi paesi della regione.

Attualmente sta crescendo il numero di esperti che inserisce l’equity emergente tra le asset class favorite per il 2020. Concordate o no con questa view? Per quali ragioni?

A nostro avviso l’azionario emergente presenta un potenziale di crescita di lungo termine per gli investitori e gli investimenti in questi mercati meritano un’attenzione particolare nel 2020. Gli utili riportati nella regione sono leggermente migliorati nella seconda metà del 2019 e il consensus sulla crescita dell’Eps per i prossimi 12 mesi mostra ulteriori segnali di miglioramento, in particolare nei settori legati al commercio duramente colpiti negli ultimi mesi.
Le valutazioni delle azioni emergenti sono anche modestamente interessanti rispetto a quelle dei mercati sviluppati, ma l’incertezza persiste e tra i catalizzatori che potrebbero consentire agli investitori di ottenere valore dall’azionario emergente troviamo:

• Una ripresa dei flussi di capitale in scia all’espansione dei benchmark dei mercati emergenti
• Un duratura diminuzione delle tensioni commerciali negli Stati Uniti e in Cina
• Maggiore allocation negli emergenti da parte dei fondi globali
• Riforme strutturali (ad esempio, la riforma delle pensioni in Brasile, la riforma della tassazione dei redditi societari in India, quella del settore fondiario/pubblico in Sudafrica e quella energetica in Messico) che hanno migliorato i fondamentali economici e la crescita del Pil.

In attesa di questi fattori a supporto, è importante sottolineare che attualmente i rendimenti dell’azionario emergente presentano una dispersione relativa abbastanza ampia e questo suggerisce quindi un’attenta selezione dei titoli. Anche se gli investitori passivi con un investimento focalizzato solo su indici azionari emergenti potrebbero aver bisogno di una sostanziale inversione di tendenza nella crescita degli utili per realizzare i loro obiettivi, crediamo che chi è alla ricerca di un accesso alla crescita dell’azionario emergente oggi trarrebbe beneficio da strategie gestite in maniera attiva.


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.