La Fed è riuscita a sorprendere i mercati con un taglio dei tassi che era già stato quasi pienamente prezzato sui mercati obbligazionari. I commenti di Natixis IM, Janus Henderson e Fidelity
Esty Dwek, head of global market strategy, Natixis IM Solutions, crede che l’esempio della Fed sarà seguito da altre banche centrali nelle prossime settimane

La Federal Reserve ha tagliato i tassi di 50 punti base al fine di proteggere l’economia statunitense dal coronavirus e Powell ha dichiarato di essere pronto ad agire. Il listino statunitense ha inizialmente reagito molto positivamente all’annuncio, e i rendimenti del Treasury sono calati, con il rendimento a 10 anni intorno all’1,09%. Il dollaro USA è ulteriormente sceso e l’oro si è mosso verso l’alto (USD 1621 dollari l’oncia).
In mattinata, il G7 aveva dichiarato di essere pronto ad agire secondo le necessità, anche con misure fiscali, fattore che non ha entusiasmato i mercati. Dal nostro punto di vista riteniamo che anche altre Banche centrali taglieranno i tassi o inietteranno liquidità, apportando ulteriore sostegno ai mercati. In linea generale, detto questo, riteniamo che i rischi negativi permangano, poiché l’epidemia è ancora in fase di diffusione e i timori relativi alla crescita potrebbero persistere.
Il taglio dei tassi della Fed non sarà sufficiente ad evitare gravi perturbazioni economiche, afferma Andrew Mulliner, Global Bonds Portfolio Manager di Janus Henderson Investors.

Oggi la Fed è riuscita a sorprendere i mercati con un taglio dei tassi che era già stato quasi pienamente prezzato sui mercati obbligazionari. Per quanto possa sembrare strano, è una mossa opportuna, data la debole capacità della banca centrale americana di combattere la crescente minaccia del Coronavirus per l’economia statunitense e globale.
L’ultima volta che la Fed ha tagliato i tassi di 50 punti base al di fuori di un incontro programmato è stato nell’ottobre 2008, nelle settimane successive al crollo di Lehman brothers e mentre il mondo finanziario era sul baratro. Il fatto che oggi assistiamo a una risposta simile da parte della Fed, può essere sia festeggiato – meglio agire con coraggio che timidamente in tempi così incerti – sia temuto, portando a chiederci quanto sia davvero grave questa situazione.
Quello che nessuno può mettere in dubbio è che dopo una settimana turbolenta sui mercati come quella appena passata, la Fed stia esprimendo la propria posizione, ossia che agirà per sostenere l’economia e l’operatività dei mercati in ogni modo possibile. Tuttavia, mentre il sostegno della Fed è un prerequisito per calmare i mercati, riuscire a limitare la diffusione del Coronavirus è tutt’altro che certo. Con la notizia di una scuola chiusa a New York questo pomeriggio, siamo ben lungi dal poter dare il segnale di cessato allarme per l’attività economica. La realtà è che a uno shock dell’offerta (dovuto all’interruzione di catene di rifornimento collegate con la Cina) potrebbe ora corrispondere uno shock della domanda (cancellazione di eventi, viaggi; riduzione dei livelli di consumo in generale) qualora si rendessero necessarie misure più drastiche per contenere la diffusione del virus. In uno scenario di questo tipo, il taglio dei tassi indubbiamente non recherà alcun danno, ma non sarà certamente sufficiente ad evitare gravi perturbazioni economiche.
Per parafrasare Winston Churchill, probabilmente questo non è l’inizio della fine per questo evento globale, ma potrebbe essere la fine dell’inizio, dato che le autorità monetarie e fiscali cominciano ad accelerare la loro risposta al crescente shock.
Anna Stupnytska, head of global macro di Fidelity International, sulla decisione della Fed di tagliare i tassi di interesse di 50 punti base
Redazione
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