Se inizialmente si parlava solo di fenomeno epidemico in Cina, oggi il coronavirus Covid-19 si è trasformato in una crisi sanitaria mondiale. Una crisi che rischia di far precipitare l’economia globale in un profondo precipizio nella prima metà di quest’anno.
Shock ritarderanno ripresa in Asia
Gli shock negli Stati Uniti e nell’Eurozona – che potrebbero accelerare le recessioni in alcune importanti economie – ritarderanno la ripresa nell’area Asia-Pacifico.
La banca centrale cinese ha optato per una gestione tempestiva della liquidità rispetto a un’importante riduzione dei tassi. Mentre misure mirate come le agevolazioni fiscali hanno sostenuto i settori più sotto pressione. Le misure politiche potrebbero aumentare ulteriormente con il calo della domanda globale.
Intanto, Singapore ha accantonato 4,5 miliardi di dollari per aiutare le aziende e le famiglie. Così come Indonesia, Malesia e Taiwan hanno presentato pacchetti di stimolo.
Anche se lo shock produttivo proveniente dalla Cina non sembra essere ancora emerso completamente in tutta l’area Asia-Pacifico – con un calo ancora modesto della produzione delle PMI – non pensiamo che questa situazione sia destinata a durare.
Banche centrali interverranno con più forza
I sotto-indici suggeriscono che le catene di approvvigionamento stanno subendo una pressione maggiore di quanto i bilanci della produzione possano suggerire. Mentre le cattive notizie provenienti dagli Stati Uniti e dall’Eurozona metteranno probabilmente a dura prova le catene di approvvigionamento globali.
Uno shock maggiore per l’economia globale implica che la politica monetaria dovrà intervenire con più forza. Prevediamo che la Federal Reserve taglierà i tassi di altri 50 punti base entro aprile, così come le banche centrali delle economie sviluppate, in generale, seguiranno questa tendenza.
Prevediamo inoltre che la politica monetaria si allenti ulteriormente in Asia, in quanto le banche centrali cercheranno di ridurre gli spread nei confronti degli Stati Uniti, compensando la pressione deflazionistica dovuta all’apprezzamento del cambio.
L’improvviso calo dei prezzi del petrolio elimina i vincoli inflazionistici a breve termine e dovrebbe contribuire a stimolare l’azione.
Tuttavia, le banche centrali in Asia potrebbero scegliere di attendere segnali più chiari di un rallentamento degli Stati Uniti e dell’Eurozona. Le persistenti preoccupazioni sulla stabilità finanziaria potrebbero mitigare le risposte in Cina e Corea del Sud. Al contrario, la politica fiscale giapponese potrebbe rendere più difficile il lavoro della Bank of Japan.
Le valutazioni rappresentano occasioni di ingresso
I timori che l’epidemia di Covid-19 possa innescare una recessione globale hanno trascinato al ribasso le azioni dell’area Asia-Pacifico. Data la persistente mancanza di chiarezza, i mercati continueranno probabilmente a manifestare il loro disagio.
Da un punto di vista bottom-up, il recente sell-off del Black Monday ha spinto le valutazioni dell’indice MSCI AC Asia Pacific ex-Japan al di sotto della sua media di 15 anni. Il price earning a termine dei prossimi 12 mesi del benchmark è superiore a 13,2 volte, rispetto alle 15,8 segnate alla fine dello scorso anno.
Analogamente, il price book value dell’indice è ora sceso a circa 1,4 volte, contro le 1,68 alla fine del 2019, ben al di sotto della sua media quindicennale pari 1,75 volte. Con le valutazioni più interessanti dopo le recenti oscillazioni del mercato, abbiamo colto l’opportunità di introdurre in portafoglio diversi titoli che stiamo seguendo da tempo.
Mentre il forte calo dei prezzi del petrolio si è aggiunto alle valutazioni interessanti, la nostra aspettativa è che la situazione sarà ancora più difficile nei prossimi mesi. Non pensiamo che il mercato abbia ancora valutato i prezzi ipotizzando gli scenari peggiori. Con preoccupazioni macro globali che probabilmente peseranno ulteriormente sul sentiment e sui prezzi delle azioni.
Petrolio, prospettive macro più positive in futuro
Naturalmente, è difficile prevedere come si evolverà la situazione legata al Covid-19. Vista l’incertezza sulla durata dell’impatto economico, l’entità della distruzione della domanda e la tipologia del ciclo di ripresa. Ma è difficile vedere come tutto questo si risolverà rapidamente.
Il potenziale positivo è che i bassi prezzi del petrolio restringeranno ulteriormente l’offerta. Il che dovrebbe rendere le prospettive macroeconomiche più positive in futuro, quando la domanda migliorerà e si lavorerà sui livelli delle scorte.
Ma nel breve termine ci aspettiamo che la paura e la volatilità persistano. Tuttavia, la paura nei mercati è tradizionalmente un momento in cui gli investitori a lungo termine cercano punti di ingresso facendo leva valutazioni, poiché la vendita indiscriminata trascina i prezzi lontani dal valore intrinseco delle aziende.
Guardando oltre il breve termine, le politiche fiscali e monetarie previste dovrebbero sostenere i mercati asiatici. I fondamentali, in gran parte sani, tamponeranno anche le economie regionali contro gli shock.
Continuiamo a puntare sulle aziende con bilanci solidi e crescita strutturale di lungo termine
Le nostre strategie, anche in questa fase di difficoltà, continuano a concentrarsi sulle aziende con bilanci solidi, che sono esposte ad aree di crescita strutturale a lungo termine, come i beni di consumo, che sono generalmente più resistenti rispetto al mercato più ampio.
Il nostro scenario di base è che è improbabile che l’epidemia abbia un impatto strutturale significativo sulle prospettive a lungo termine delle aziende i cui utili dovrebbero essere relativamente più difensivi, data la loro qualità e i loro fondamentali.
Dal punto di vista bottom-up, i prezzi delle attività in Asia sembrano ancora ragionevoli rispetto a quelle delle altre regioni a livello globale. Mentre si prevede una modesta ripresa degli utili aziendali. Allo stesso tempo, i temi che sono alla base della crescita a lungo termine dell’Asia rimangono inalterati.
L’impatto sui vari settori
Mentre i mercati e le aziende che dipendono dal turismo ne risentiranno nel breve termine, l’aumento dei livelli di reddito stimolerà la domanda in vari segmenti come il consumo premium, l’assistenza sanitaria e le assicurazioni. Anche i progressi tecnologici – come le reti 5G, i data center e i veicoli elettrici – portano nuove opportunità.
Anche se ci aspettiamo che questo sia un anno impegnativo, continuiamo a vedere prospettive brillanti per alcune società asiatiche, data la loro esposizione ai fattori di crescita strutturale a lungo termine. Anche la loro qualità e i loro solidi fondamenti dovrebbero contribuire a farle crescere durante questo periodo di prova.
A cura di Flavia Cheong, head of equities Asia Pacific e Robert Gilhooly, Senior Emerging Markets Economist di Aberdeen Standard Investments
Redazione
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