Il Bitcoin e le atre criptovalute non sono scampate alla tempesta che ha coinvolto i listini azionari di ogni angolo del pianeta
Le storiche cadute registrate a metà della scorsa settimana da Wall Street e dalle Borse europee, non sono state compensate da asset class considerate tradizionalmente ‘rifugio’ come il metallo giallo, l’argento, lo yen giapponese e il franco svizzero. Purtroppo per gli investitori, neanche gli asset ‘alternativi’ come il bitcoin e altre criptomonete sono riuscite a sfuggire alla tempesta che si è abbattuta sui mercati finanziari.
Il Bitcoin ha sofferto una caduta del 30% giovedì scorso, la più intensa variazione negativa degli ultimi sette anni (portandosi a circa 5.170 dollari). Venerdì il bitcoin ha chiuso la settimana in recupero a quota 5.412 dollari. Il trend discendente accusato dalla criptodivisa più nota agli investitori è iniziato il 9 febbraio dopo aver raggiunto un picco di 10.000 dollari (il trend ascendente era partito da settembre 2019). Il rally rialzista aveva fatto riaccendere le speranze di rivedere un’ascesa simile a quella vista nel 2017. Così non è stato.
Netto calo delle criptovalute
Tuttavia, alcuni esperti sostengono che la svalutazione del bitcoin e delle altre criptovalute non sono direttamente correlate al calo accusato dai listini azionari. La discesa dei prezzi di questi asset sembra essere derivata da un’ondata di vendite di bitcoin avvenuta attraverso Plus Token. Quest’ultimo è uno schema finanziario attraverso il quale sono stati sottratti a investitori cinesi e sudcoreani bitcoin e altre criptovalute per un controvalore di 2 miliardi di usd.
Il 7 marzo i truffatori hanno scaricato sul mercato più di 100 mln di usd in criptovalute ai cosiddetti mixer, che hanno provveduto a nascondere l’origine e la destinazione delle criptovalute. Alle cadute del bitcoin si sommano quelle sperimentate dall’Ethereum (crollato del 33% a 131 dollari, la quotazione più bassa da gennaio). A questo livello, l’Ethereum presenta ancora un rialzo del 3% dall’inizio dell’anno e una perdita del 2,5% sui dodici mesi. Il Bitcoin Cash ha perso il 29.95%, il Litecoin il 20,4% e il Monero il 23,8%: Giovedì scorso il mercato delle criptodivise ha perso 70 mld di capitalizzazione in appena 24 ore.
Gli asset rifugio non reggono l’urto
Oltre al bitcoin, che aveva temporaneamente cominciato ad assumere un ruolo di asset rifugio in scia all’inasprirsi della disputa in materia di dazi commerciali tra Stati Uniti e Cina, anche altre asset class considerate da sempre rifugio hanno dovuto chiudere le negoziazioni di metà settimana in territorio negativo.
Giovedì scorso, in pieno crollo dei listini azionari, l’oro ha ceduto l’1,55% fino a quota 1.636 usd per oncia, l’argento è sceso del 2,91% fino a 16,52 dollari per oncia. Dall’inizio dell’anno, il metallo giallo mantiene una rivalutazione del 3,5% e l’argento si svaluta del 12,5%.
Lo yen giapponese, considerato da sempre valuta rifugio insieme al franco svizzero, ha finto con cedere posizioni nei confronti del dollaro Usa (1.16% a quota 105,84) e dell’euro (1.19% a 118,41). Per quanto riguarda il franco svizzero, giovedì la divisa elvetica ha guadagnato lo 0,6% versus usd e perso lo 0,17% contro la divisa unica europea.
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

