Robin Black, investment manager di Kames Capital, risponde alle domande di Fondi&Sicav sulle prospettive del mercato giapponese

 

Robin Black, Kames Capital

L’economia giapponese ha registrato una forte decelerazione. Credete si tratti di fattori temporanei o di un ritorno alla stagnazione pre-Abenomics?

L’economia giapponese ha registrato una contrazione nell’ultimo trimestre ed è molto probabile che lo stesso avvenga nel trimestre in corso, a causa del coronavirus. Questo significa che si troverà in una recessione tecnica. Nel breve periodo, la profondità della recessione sarà determinata dall’impatto del virus e dagli effetti che avrà sul comportamento dei consumatori, sulla catena di produzione e sugli eventi in programma, come le olimpiadi. Anche nel lungo termine il Giappone sembra destinato a rimanere un’economia in bassa crescita. La popolazione attiva sta diminuendo e questo crea un freno difficile da superare. Il primo ministro Abe ha provato a dare stimoli all’economia con il suo approccio “Abenomics”, ovvero un mix di accomodamento fiscale e monetario, e spingendo le aziende nipponiche a una maggiore efficienza. La cosa ha parzialmente funzionato, ma con un elevato coefficiente debito/pil e tassi di interesse negativi sul decennale la sua potenza di fuoco è ormai risicata.

Certamente ci saranno momenti in cui l’economia farà meglio del solito. Un’accelerazione del commercio internazionale, un taglio ai tassi di interesse coordinato a livello globale o un’ondata di stimolo fiscale, sia a livello domestico sia nel resto del mondo, sono fattori che possono spingere il tasso di crescita oltre il suo trend naturale, ma questo potrà solo essere un effetto di breve termine. E’ probabile dunque che il Giappone continuerà a crescere a un ritmo più lento rispetto alle altre economie.

Alla luce della situazione attuale a livello domestico e internazionale, quali prospettive delineate per la Borsa di Tokio?

L’andamento del mercato non deve essere necessariamente collegato a quello dell’economia. In primo luogo, molte delle aziende del Paese raccolgono il loro fatturato all’estero. Toyota, Sony e Nintendo, ad esempio, sono società internazionali la cui crescita dipende dall’economia globale più che da quella locale. In più, questo basso tasso di espansione è cosa ben nota e per questo già prezzata dal mercato, che scambia prossimo al book value. In terzo luogo, considerati i tassi di interesse negativi della regione, il 2,7% di rendimento offerto dall’azionario appare quantomeno interessante.


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.