Nasdaq, un gigante dai piedi di argilla

La politica monetaria e fiscale prima o poi si stabilizzerà, lasciando che evapori il carburante che ha alimentato il mercato. David Ross, Cfa, international equities fund manager di La Financiere de L’Echiquier

La capitalizzazione dei titoli tecnologici Usa ha superato quella dell’intero mercato azionario europeo. La capitalizzazione della sola Apple vale quanto il Pil italiano. E’ tutto oro quel che luccica?

Possono rivelarsi interessanti i raffronti tra capitalizzazioni di mercato e PIL anche se non vanno al punto. La capitalizzazione misura la creazione attesa di ricchezza futura mentre il PIL corrisponde al valore dei beni e dei servizi prodotti da un paese in un anno. Il PIL è assimilabile al ricavo annuale di un paese. Se paragoniamo quelli di Apple, pari a 274 miliardi di dollari all’anno, con il PIL dell’Italia attestato su 1,8 trilioni di dollari, la realtà è che, negli ultimi dieci anni, gli introiti di Apple sono quadruplicati mentre il PIL dell’Italia è diminuito. Se i trend attuali dovessero proseguire, a breve il fatturato annuale di Apple potrebbe superare il PIL italiano.

Spingendoci oltre nel paragone, l’Italia ha una popolazione in età lavorativa di circa 38,3 milioni di persone, che genera i suoi 1,8 trilioni di dollari di PIL. In altri termini, ogni italiano in età lavorativa produce 47.000 dollari circa di PIL. In confronto, Apple crea i suoi 274 miliardi di dollari di ricavi con appena 147.000 dipendenti, dove ognuno genera 1,9 milioni di dollari di introiti, pari a 40 volte il valore del PIL realizzato da ogni italiano in età lavorativa.

Apple non solo cresce più velocemente dell’Italia ma vanta anche una produttività di gran lunga maggiore. In un mondo in cui sono tante le storie di crescita lenta, ha senso che gli investitori siano sempre più disposti a pagare un premio per la crescita dei ricavi e un’elevata produttività. 

A dispetto delle tensioni politiche interne al Paese e degli effetti nefasti imputabili alla diffusione del Covid-19, il sentiment rialzista sui titoli tecnologici Usa continua ad essere spumeggiante. Cosa vi aspettate per il 2021?

Una risposta di investimento inizialmente ragionevole nei confronti di una crescita economica lenta si è trasformata in un quadro speculativo che mi ricorda la bolla tecnologica degli anni ’90.

Come successe allora, la speculazione sta oggi nelle offerte esuberanti di azioni, nell’impennata dei multipli, nell’uso crescente di misure di valorizzazione non tradizionali e nell’ascesa di “story stocks” come Tesla e Nikola. Coloro che hanno vissuto l’era delle dot-com ricorderanno che è stata sostenuta dalla liquidità della Federal Reserve, che doveva traghettare l’economia attraverso le difficoltà della crisi valutaria asiatica, del crollo del Long Term Capital Management e, infine, dello spauracchio del passaggio al nuovo millennio (Y2K).

Le valorizzazioni sono poi crollate quando il sostegno fu tolto. Il Nasdaq Composite Index perse il 78% dai massimi del 10 marzo 2000 ai minimi dell’ottobre 2002. Allo stesso modo, la politica monetaria e fiscale prima o poi si stabilizzerà, lasciando che evapori il carburante che ha alimentato il mercato, e le valorizzazioni torneranno, dolorosamente, alla normalità. È difficile prevedere esattamente quando questo succederà, ma la prudenza oggi è giustificata.

 

 


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Rocki Gialanella

Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.