L’agenda macro odierna prevede il saldo di partite correnti di gennaio in
Eurozona e negli Stati Uniti l’indice sull’attività nazionale e le vendite di case
esistenti di febbraio.

Da seguire anche il discorso del governatore della Fed, Jerome Powell, sul tema innovazione delle banche centrali. Dal suo intervento potrebbe emergere qualche ulteriore chiarimento sul livello di tolleranza dell’istituto riguardo al rialzo dei tassi governativi a lungo termine.

In Giappone, nella lettura finale di gennaio, il leading indicator si attesta a 0,8
pts rispetto a 1,4 della stima precedente.

La People’s Bank of China ha lasciato invariati i tassi di finanziamento loan
prime rate (LPR) a 1 e a 5 anni rispettivamente al 3,85% e al 4,65%, come da
attese. I tassi LPR sono i tassi di riferimento sui prestiti che vengono stabiliti
mensilmente da 18 banche cinesi.

Premesso che i numeri su contagi e decessi restano ancora elevati in Italia,
esperti ed autorità esprimono cauto ottimismo sull’efficacia delle misure
restrittive. Il Ministro Speranza ritiene ancora indispensabili tali misure, ma si
dice fiducioso sulla prossima estate.

Quanto alla campagna dei vaccini, restano evidenti marcate differenze a livello territoriale. Tra le regioni più virtuose il Lazio, mentre in Lombardia proseguono gravi disservizi.

Continua a preoccupare la situazione in Germania, dove Angela Merkel pensa di estendere il lockdown fino a fine aprile.

Bene dollaro e yen, tradizionali asset rifugio che beneficiano del clima di avversione al rischio. Con una mossa del tutto inattesa, il presidente Erdogan ha rimosso il governatore della banca centrale turca, portando la lira a cedere fino a 15% su dollaro, vicino ai minimi storici. Nel Paese il circuito dei mercati è temporaneamente sospeso.

Il cambio euro/dollaro è a 1,1880, dollaro/yen a 108,74 ed euro/yen a 129,22.
Prezzi del petrolio in calo stamane su timori che le nuove misure restrittive in
Europa rallentino la ripresa della domanda, con il futures sul Brent che perde lo
0,80% a USD 64 il barile, al Nymex il Wti Usa -0,40% a USD 61,15.

Stamane il Bund future giugno ha aperto in rialzo di 42 tick a 171,62, il Btp
future guadagna 35 bp a 149,50. Lo spread Btp/Bund riparte da 97 pts, con il
rendimento del nostro Btp decennale allo 0,65%. A mercati chiusi la
comunicazione del Tesoro sull’asta di Ctz e Btp indicizzati di giovedì 25 marzo,
penultimo collocamento a valuta sul primo trimestre.

Apertura negativa per le borse europee, con i principali indici EU mediamente
in calo intorno al mezzo punto percentuale nella prime battute. A Piazza Affari
in calo i titoli bancari, Atlantia, Tenaris, Eni, CNH Industrial, Leonardo, Moncler,
Stellantis e Telecom. In rialzo Ferrari, Saipem, Terna e Unipol.

Borse asiatiche contrastate stamane, con l’indice Nikkei (-2,07%) zavorrato in
particolare dai titoli del settore auto, come Toyota, Nissan e Honda, che hanno
perso intorno al 3% scontando il problema della scarsità dei chip necessari per
la produzione di componenti auto, rinfocolato anche dall’annuncio di Renesas
Electronics, dove un incendio presso uno stabilimento del produttore di
semiconduttori ha alimentato i timori di un’ulteriore carenza di chip per auto.
Pesa ancora l’effetto Bank of Japan, che venerdì scorso ha rimosso la guidance
esplicita di acquistare ETF avendo come target il valore di JPY 6 mld, ma di
farlo solo quando necessario. Hong Kong debole a -0,26%, Shanghai guadagna
oltre l’1%, Seoul -0,13% e Sidney +0,66%.

Wall Street ha chiuso contrastata venerdì, con i titoli bancari sotto pressione
dopo l’annuncio della Federal Reserve sui requisiti di capitale delle banche
(eliminando l’esenzione SLR che aveva permesso alle banche Usa di detenere
un ammontare di capitale minore a quello richiesto in tempi normali). Il Dow
Jones ha chiuso in calo dello 0,71%, lo S&P500 ha limitato le perdite allo
0,06% mentre l’indice Nasdaq ha guadagnato lo 0,76%. L’annuncio della Fed
ha provocato una impennata immediata dei tassi sui Treasuries. JP Morgan e
Wells Fargo hanno ceduto rispettivamente l’1,59% e il 2,89%, mentre
Goldman Sachs è scesa dell’1,09%. Tra le Big Tech bene Apple, Amazon,
Netflix e Facebook, con quest’ultima che balza del 4,12%.


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