Il Covid ha accentuato una vecchia abitudine degli italiani: tenere i propri risparmi in liquidità per la paura di avvenimenti imprevedibili

In questo modo oggi nei conti correnti bancari sono depositati circa 1.800 miliardi di euro, più del Pil di un anno. Si tratta di capitali sottoposti a una continua prevedibile erosione. E per le reti di vendita è una vera e propria sfida convincere le persone a impiegare questi soldi in maniera che forniscano rendimento. Anche con un rischio minimo

Attualmente ci sono sui conti correnti degli italiani oltre 1.800 miliardi di euro, con una crescita stimata di circa il 20% in seguito all’emergenza Covid. Per una società di consulenza finanziaria, un dato di questo genere è semplicemente una provocazione: chi passa la vita a ottimizzare gli investimenti dei propri clienti, a cercare guadagni in un mondo che ormai non offre più certezze su questo piano (i rendimenti negativi sono sotto gli occhi di tutti) e a limare il rischio, il fatto che una persona, magari facoltosa, decida di tenere tutto in banca non viene considerato di certo una scelta razionale. È esattamente ciò che i nostri bisnonni facevano nell’800. Si tratta di accettare una continua, sicura erosione del patrimonio. 

È vero che il Covid ha cambiato totalmente le carte in tavola e ha aggiunto un elemento di paura finora assolutamente assente: al di là delle preoccupazioni sanitarie, anche persone con posizioni professionali invidiabili si sono trovate a vedere cadere tutte le loro certezze. Ma resta il fatto che chi ha accettato di investire in maniera attiva i propri risparmi nel 2020 ha portato a casa quasi sempre ottimi guadagni.

Ma, a parte queste considerazioni, per una rete di vendita e per l’intero sistema dei consulenti riuscire a fare rientrare nel giro del risparmio gestito anche solo una minima parte di quella somma, che è superiore all’intero Pil dell’Italia, sarebbe fondamentale.

Anche acquisire solo il 2% di quei 1.800 miliardi significherebbe una raccolta complessiva extra di 36 miliardi: una spinta all’intero sistema sicuramente significativa. E a questo punto diventa interessante capire se le diverse reti di consulenti hanno messo in atto strategie ad hoc.

Ne abbiamo parlato con Fabio Cubelli, condirettore generale di  Fideuram–Intesa Sanpaolo Private BankingMarco Bernardi, vicedirettore generale di Banca GeneraliMatteo Maria Paglia, responsabile head office private advisory di Deutsche Bank Financial Advisors (Dbfa), Luca Iandimarino, responsabile advisory commercial banking e reti agenti di Bnl-Bnp Paribas Life Banker, Luigi Provenza, chief commercial officier investment & wealth management di Banca Widiba, Furio Impellizzeri, consulente finanziario di Copernico Sim e Vincenzo De Marco, vicedirettore commerciale di Banca Patrimoni Sella & C.

leggi il numero 132 di Fondi&Sicav magazine


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