La gestione dei debiti pubblici resta un tema irrisolto per gran parte del mondo avanzato, a partire dagli Stati Uniti, dove il debito ha superato il 120% del PIL e il deficit è stato mediamente superiore al 6%. Matteo Ramenghi, chief investment officer di UBS WM in Italia

Quali soluzioni esistono per ridurre un livello elevato d’indebitamento pubblico?
Le opzioni vanno dall’aggiustamento di bilancio alle riforme per accelerare la crescita o alla repressione finanziaria. La soluzione più virtuosa consiste certamente nel far accelerare la crescita economica per ridurre il peso del debito pubblico ma per aumentare la produttività servono riforme non sempre facili da attuare, come liberalizzazioni. L’alternativa sono politiche fiscali restrittive, come l’«austerità» adottata da Grecia, Italia, Spagna e Portogallo nel 2011-2012. Ovviamente il costo economico e sociale è elevato e in grado di incidere sulla vita politica. Infine, tra le opzioni vi è la repressione finanziaria: abbassare artificialmente i costi di finanziamento dei governi e, quindi, i rendimenti di mercato. Se vengono portati al di sotto dell’inflazione, di fatto si «svaluta» il debito in termini reali. Queste manovre possono includere la gestione dei tassi d’interesse, l’aumento della massa monetaria e l’acquisto di titoli sui mercati.
Bloccare i rendimenti per creare portafogli obbligazionari resilienti alla repressione finanziaria
La repressione finanziaria è stata ampiamente praticata nel decennio passato da Stati Uniti, Europa e Giappone stampando moneta per acquistare titoli di Stato e comprimere i rendimenti. Non è quindi impossibile che a medio termine si torni a un regime di repressione finanziaria, almeno in alcune aree economiche. Come investitori, in previsione di un periodo di repressione finanziaria può aver senso bloccare rendimenti a medio-lungo termine su obbligazioni di buona qualità. Inoltre, i beni reali come azioni, immobili e offrono una certa protezione in questo contesto.
I rendimenti dei government bond area euro
Scorrendo i numeri, i rendimenti sui titoli di Stato decennali sono aumentati di 0,35 punti percentuali per la Germania, 0,3 per la Francia e 0,16 per il Regno Unito, ma solo di 0,05 punti percentuali per l’Italia, che si è dimostrata particolarmente stabile. L’aumento tedesco è facilmente spiegato dal piano d’indebitamento annunciato dalla Germania per rilanciare infrastrutture e spesa militare, con un esborso di oltre 500 miliardi di euro in dieci anni. invece, Francia e Regno Unito sono ormai gli osservati speciali dei mercati, che non si sentono a loro agio con l’instabilità politica e l’andamento delle finanze pubbliche.
Oat, la convergenza verso i rendimenti offerti da BTP
Per quel che riguarda gli Oat francesi, a medio termine il debito resta sostenibile, ma le prospettive di credito si stanno deteriorando in assenza di politiche fiscali più rigorose. I rendimenti decennali degli OAT, i titoli di Stato francesi, potrebbero convergere ulteriormente con quelli dei BTP italiani e, in realtà, li hanno già superati su scadenze brevi.
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

