Intervista a Patrick O’Donnell, gestore obbligazionario, Aberdeen Standard Investments

L’arrivo di Mario Draghi alla presidenza del consiglio dei ministri, cui spetterà tra l’altro pianificare gli investimenti dei fondi provenienti dal Recovery Fund, sembra piacere ai mercati e andare nella direzione giusta. La Borsa di Milano riuscirà nei prossimi anni a trarre beneficio da questo contesto?

Il mercato ha applaudito l’arrivo di Mario Draghi nella speranza che, come primo ministro della terza economia dell’Eurozona, possa ripetere il suo momento “whatever it takes” alla BCE.
Al di là dell’attuale crisi del Covid-19, la NGEU sarà uno dei temi principali del suo governo. Il programma dovrebbe concentrarsi su iniziative verdi e digitali. Quindi, supponendo che l’implementazione sia efficiente, le aziende esposte a queste aree potrebbero potenzialmente beneficiarne più di altre.
In generale, comunque, il driver principale della performance azionaria sarà probabilmente il contesto macro prevalente. Sarà importante il modo in cui i mercati e i responsabili politici si adegueranno al mutevole e incerto panorama economico. Il mercato obbligazionario italiano ha registrato una buona performance grazie alle misure di sostegno aggressive della BCE nel 2019, all’enorme immissione di liquidità da parte di altre importanti banche centrali globali che hanno favorito gli asset a più alto rendimento. E, naturalmente, all’approvazione del NGEU.
Tuttavia, con gli spread sovrani vicini ai minimi storici, la volatilità soppressa e gli asset di rischio a livelli elevati, manteniamo una posizione cauta sui BTP.
Sul versante dei titoli di Stato italiani, molti esperti ritengono che ci sia spazio per un’ulteriore compressione dello spread? Siete d’accordo con questa view? Su quali scadenze e tipologie di titoli di Stato italiani ritenete opportuno focalizzare l’attenzione?
In passato, alcuni episodi di sottoperformance delle obbligazioni italiane hanno riguardato questioni di politica interna. E il rischio in questo caso sembra minimo per il 2021.
Tuttavia, un’ulteriore riduzione degli spread dipenderà dalla funzione di reazione della BCE, che per ora rimane incerta. Diversi membri del Consiglio direttivo hanno espresso parole di sostegno, ma finora non c’è stato alcun cambiamento concreto della funzione di reazione e nessun desiderio di compensare il recente movimento verso l’alto dei rendimenti.
C’è una flessibilità intrinseca negli attuali programmi di acquisto in grado di rallentare l’aumento dei rendimenti o l’allargamento degli spread. Resta solo da vedere che cosa intende la BCE per ” ingiustificato”.
Con i rendimenti tedeschi a 30 anni di nuovo in territorio positivo e altri rendimenti dei titoli di stato globali significativamente più alti del 2019, forse i flussi sul mercato italiano saranno meno favorevoli in futuro.
Il movimento sul lungo termine è guidato dalle aspettative future, di crescita e di inflazione. Anche basandosi sulle previsioni più ottimistiche, è difficile immaginare che la BCE normalizzi i tassi su un orizzonte d’investimento ragionevole. Quindi preferiamo mantenere l’esposizione dell’Italia fino a scadenze di 7 anni.
Stefania Basso
Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.

