Intervista a James Athey, investment director, abrdn

L’impennata dell’inflazione e la conseguente reazione in materia di tassi d’interesse da parte delle banche centrali hanno penalizzato i corporate bond nel 2022. Cosa vi aspettate per l’anno in corso?

La rapida esplosione delle pressioni inflazionistiche e i conseguenti tentativi delle banche centrali di riprendere il controllo dei prezzi attraverso l’aumento dei tassi d’interesse, hanno visto i rendimenti obbligazionari salire, e quindi i prezzi scendere, su tutto lo spettro. Gli spread di credito, tuttavia, hanno mantenuto una notevole resistenza in questo periodo.
Gli spread si sono allargati per gran parte del 2022, così come i mercati azionari sono scesi, poiché gli investitori hanno faticato ad accettare il concetto apparentemente estraneo di banche centrali che lavorano contro di loro invece di inondare i mercati con liquidità abbondante e a basso costo. Tuttavia, l’entità di questa debolezza è sempre stata relativamente contenuta rispetto alle perdite subite dai titoli di Stato.
In effetti, dall’inizio del quarto trimestre del 2022, gli asset di rischio hanno registrato una certa ripresa, anche se i rendimenti governativi e l’aggressività delle banche centrali sono tornati a imporsi.
I mercati si trovano quindi in una situazione di equilibrio instabile. I mercati dei titoli di Stato, con i loro rendimenti elevati dell’ultimo decennio e l’inversione storica della curva dei rendimenti, fanno pensare a una prossima recessione. Tuttavia, i titoli azionari continuano a scontare previsioni di utili piuttosto ottimistiche a multipli superiori alla media e i credit spread, dell’high yield e del debito dei mercati emergenti continuano a suggerire scarse possibilità di default nel prossimo anno.
È improbabile che questa tensione duri. E, data l’entità della stretta monetaria e il debito e la leva finanziaria che persistono nel sistema, ci aspettiamo che la situazione si risolva con rendimenti governativi più bassi e credit spread più ampi.
Questo non fa necessariamente del credito un cattivo investimento, dato che l’allargamento dello spread potrebbe derivare interamente dal calo dei rendimenti governativi, ma raccomandiamo una certa cautela, un’attenzione alla qualità e certamente una diversificazione del portafoglio tra regioni e qualità del credito.
Quali tipologie di corporate bond state privilegiando in questa fase di mercato in termini di affidabilità creditizia, duration, settori, aziende?
In tempi di rialzo dei tassi, conviene cercare la solidità dei bilanci. Le società con un elevato grado di generazione di cassa in settori difensivi o controciclici e con un basso indebitamento dovrebbero superare meglio le tempeste economiche in arrivo rispetto alle società che stanno semplicemente guadagnando entrate sufficienti a servire il debito esistente.
Sebbene sia allettante allocare grandi risorse negli asset a più alto rendimento, sospettiamo che l’accesso al capitale diventerà sempre più difficile man mano che la stretta monetaria continuerà a farsi strada nel sistema creditizio. Saranno i crediti più speculativi a manifestare per primi lo stress da fine ciclo. E quindi i rendimenti elevati di oggi possono facilmente diventare i rendimenti ancora più alti di domani.
Stefania Basso
Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.

