AcomeA Sgr. Le risposte di Giovanni Buffa, portfolio manager, alle domande di Fondi&Sicav sulle prospettive dell’economia giapponese

Giovanni Buffa, AcomeA Sgr

L’economia giapponese ha registrato una forte decelerazione. Credete si tratti di fattori temporanei o di un ritorno alla stagnazione pre-Abenomics?

Il dato del Pil dell’ultimo trimestre del 2019 è stato indubbiamente una sorpresa negativa. La maggior parte degli economisti si aspettava un impatto contenuto sulla crescita derivante dall’incremento dell’Iva ma pochi immaginavano una contrazione di tale portata, con l’economia che ha registrato una crescita negativa annualizzata del 6,3%, trascinata al ribasso dal calo dei consumi interni (-11%) e degli investimenti (-14%). Per gli investitori non si tratta comunque di una novità: già nel 2014, in occasione del primo incremento dell’imposta sul valore aggiunto, si era creata una situazione simile con l’economia che si era contratta inizialmente del 7,2% per poi recuperare tutto il terreno perduto nei trimestri successivi.
La vera differenza rispetto al 2014 sta nel contesto macroeconomico internazionale, profondamente cambiato negli ultimi 5 anni, con un rallentamento marcato della crescita globale dovuto soprattutto alla decelerazione della Cina e dei Paesi emergenti. La difficile congiuntura internazionale si riverbera poi maggiormente sul Giappone a causa dei gravi problemi strutturali che lo affliggono legati principalmente all’invecchiamento della popolazione, ad una immigrazione pressoché assente e ad una bassa produttività dei fattori produttivi. Non deve quindi sorprendere se la stessa banca centrale giapponese stimi che il potenziale di crescita del Paese nel lungo periodo sia di poco superiore allo 0%. Per il Giappone la stagnazione economica è quindi un fattore strutturale e non temporaneo. Tuttavia, chi investe nel Paese è perfettamente a conoscenza di questo quadro sociodemografico così come lo è il management delle aziende nipponiche. Le multinazionali giapponesi hanno infatti intrapreso negli ultimi anni un programma di diversificazione dei ricavi e dei mercati di sbocco che le ha rese un tassello essenziale nella global supply chain con più di 2/3 delle vendite complessive provenienti dall’estero. Oggi il mercato azionario nipponico è quindi fondamentalmente più legato alla crescita globale che a quella domestica.

Alla luce della situazione attuale a livello domestico e internazionale, quali prospettive delineate per la Borsa di Tokyo?

I primi 3 mesi del 2020 si sono dimostrati molto difficili per i mercati azionari. Ad oggi l’impatto economico del CoviD-19 è ancora tutto da quantificare e se da un lato la Cina sembra essere uscita dalla fase critica, il resto del mondo deve ancora far fronte a misure di quarantena che rischiano direttamente o indirettamente di far deragliare la crescita globale. Molto dipenderà dalle misure di politica monetaria e fiscale che verranno attuate dai singoli governi e dalla prontezza dei policy-makers a far fronte all’inevitabile rallentamento. A fronte di questo difficile scenario le aziende giapponesi si presentano comunque in un ottimo stato di salute, con bilanci nella media molto sani, e soprattutto con un rinnovato focus sulla redditività aziendale, sulla ristrutturazione interna e sulle politiche di remunerazione degli azionisti che rappresentano un taglio netto rispetto al recente passato. A livello di valutazione poi il mercato giapponese tratta a sconto rispetto agli altri mercati sviluppati pur possedendo eccellenze tecnologiche di primo ordine. Rimaniamo quindi molto positivi sulle prospettive del Giappone con un orizzonte d’investimento di medio/lungo periodo pur consapevoli della inevitabile volatilità a cui i mercati andranno incontro nei prossimi mesi.


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.