Private Banking: risultati positivi nel primo semestre. L’ingresso di nuovi player spinge le masse oltre le previsioni
Prosegue all’insegna della crescita l’anno del Private Banking italiano, che raggiunge, nel primo semestre, 1.196 miliardi di euro di masse gestite (+2,2% rispetto ai 1.171 miliardi del Q1 2024).
Un dato che consente all’industria di superare le previsioni per fine anno, secondo cui la cifra si sarebbe dovuta fermare a 1.184 miliardi: nuova raccolta ed effetto rivalutazione hanno avuto dinamiche positive, in linea con le aspettative, ma l’ingresso di nuovi player nel mercato Private (+28 miliardi) è stato il fattore che ha consentito di superare le stime in soli sei mesi. È quanto emerge dai dati consuntivi al 30 giugno 2024 del mercato servito, rilevati dall’Ufficio Studi dell’Associazione Italiana Private Banking (AIPB).

“Il Private Banking continua a crescere e si avvicina alla soglia dei 1.200 miliardi di masse, anticipando di sei mesi le aspettative per fine anno. Un risultato frutto di un modello di servizio distintivo e di successo, fondato sulla consulenza professionale e la centralità del Banker, come testimonia l’importante ingresso di nuovi player e una raccolta netta in forte aumento”, ha commentato Andrea Ragaini, Presidente AIPB.

Lo scenario macroeconomico e finanziario del secondo trimestre dell’anno è stato caratterizzato da una dinamica più debole dei mercati azionari, specialmente per quello europeo e italiano, mentre quello statunitense ha registrato una performance più positiva. I tassi di riferimento della banche centrali hanno visto un periodo di stallo, prima del taglio avvenuto a giugno per la BCE, mentre la Fed ha proseguito nel suo attendismo.
Tra marzo e giugno 2024, la dinamica del mercato servito dal Private Banking in Italia è stata influenzata molto positivamente dalla raccolta netta (+18 mld), in sensibile incremento rispetto ai trimestri precedenti, mentre l’effetto mercato ha portato un minor contributo nei confronti degli ultimi periodi (+4 mld vs +32 mld nel Q1 2024). Non si sono invece evidenziati importanti cambiamenti organizzativi all’interno dell’industria, a differenza del trimestre precedente. Allargando l’orizzonte all’intero primo semestre, si delinea una variazione positiva del +8,5% rispetto a fine 2023 in termini di AuM.
La raccolta netta, cresciuta di 30 miliardi, ha raggiunto in soli sei mesi l’80% di quanto registrato nell’intero anno precedente. L’effetto mercato ha contribuito positivamente per 36 miliardi, in linea con l’anno precedente, mentre i cambiamenti organizzativi sono stati molto rilevanti nel determinare la dinamica di crescita dell’industria nel periodo (+28 mld).
Nel secondo trimestre continua a registrarsi una variazione positiva per la maggioranza dei prodotti del Private Banking, nonostante il rallentamento della crescita. L’incremento maggiore si registra tra i prodotti obbligazionari (+9,3 miliardi), seguiti dai fondi comuni (+5,7 mld) e dalle gestione patrimoniali (+3,8 mld).
Anche la liquidità torna a crescere (+4 mld), mentre i prodotti assicurativi vedono una variazione minima (+1,6 mld), seguita da quella di ETF/ETN/ETC (+1,4 mld). In leggera diminuzione invece le azioni (-0,8 mld).
Nel primo semestre 2024, la composizione del portafoglio sembra stabilizzarsi, dopo le importanti variazioni avvenute l’anno scorso: tutti i comparti crescono di circa il 2,5%, ad eccezione dell’assicurativo che si ferma a +0,7%. In particolare, la raccolta diretta e l’amministrato crescono soprattutto grazie alla raccolta netta, mentre nel comparto gestito, l’aumento è distribuito equamente tra effetto mercato e raccolta netta. Nel secondo trimestre la raccolta diretta cresce del 2,7%, arrivando a 173 miliardi: un incremento distribuito in egual misura tra obbligazioni bancarie proprie (+2,5%) e liquidità (+2,7%), facendo rimanere stabile la composizione del comparto. La raccolta amministrata aumenta in maniera rilevante, trainata dai titoli a tasso fisso (obbligazioni +4,8% e titoli di stato +5%), mentre le azioni calano leggermente (-0,6%), perdendo 4pp in 12 mesi in termini di peso sul comparto.
Gli ETF, invece, guadagno leggermente (+0,2%), portandosi circa al 5%. Prosegue la ripresa del gestito (+2,4%), grazie ad un risultato pressoché identico tra gestioni patrimoniali (+2,3%) e fondi comuni d’investimento (+2,2%), con la composizione che rimane stabile.

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Redazione

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