Il cuscinetto di cui i mercati si sono muniti potrebbe non essere sufficiente a resistere a eventuali sorprese negative.
L’asset allocation a cura di AllianzGI
Da metà aprile le azioni globali hanno registrato una ripresa notevole e, nel lungo periodo, restano l’asset class preferita. Nel breve termine, tuttavia, si troveranno a camminare su un filo sottile tra ottimismo e ingenuità: per questo motivo, sarebbe consigliabile mantenere una posizione neutrale.
Con le valutazioni tornate a livelli elevati, il mercato azionario statunitense, in particolare, presenta un potenziale rischio di deludere, soprattutto se dovessero emergere segnali di indebolimento della crescita o se i dazi dovessero influire sui tassi d’inflazione; inoltre, persiste una grande incertezza politica.
La prospettiva di aumento della domanda ha recentemente sostenuto la performance dei mercati azionari europei. Una ripresa timida ma costante degli indicatori anticipatori “soft” potrebbe mantenere vive le speranze. Queste sarebbero rafforzate, nel lungo periodo, da un miglioramento dell’offerta e, nel breve termine, da una de-escalation della disputa commerciale con gli Stati Uniti.
La ripresa del mercato azionario statunitense ha in gran parte lasciato indietro il dollaro USA, e per questo lo scetticismo degli investitori sul valore intrinseco della valuta americana resta diffuso. Un effetto collaterale positivo per le aziende statunitensi è che i loro utili generati all’estero valgono di più se convertiti in dollari. Questo probabilmente ha contribuito a rafforzare temporaneamente le previsioni sugli utili delle società americane.
Gli investitori in Treasury USA osservano con grande attenzione l’orientamento della politica fiscale statunitense
Il percorso insostenibile del debito pubblico potrebbe continuare a essere il tallone d’Achille dei mercati obbligazionari USA. Nonostante ciò, i Treasury dovrebbero mantenere il proprio ruolo di copertura contro i rischi economici. La probabilità di un’imminente recessione negli Stati Uniti sembra comunque bassa.
I mercati obbligazionari europei potrebbero trarre beneficio da riallocazioni nell’area euro
È probabile che la BCE prosegua nella propria politica di riduzione dei tassi d’interesse, anche se i mercati monetari lo hanno già sufficientemente scontato.
L’aumento delle esportazioni, lo stimolo fiscale e l’allentamento della politica monetaria determinano un modesto miglioramento delle prospettive di crescita della Cina, la quale tuttavia lotta con la deflazione sin dal 2021, anno dello scoppio della bolla immobiliare. Per la riduzione della leva finanziaria nel settore privato e la stabilizzazione del mercato immobiliare serve ancora pazienza e il conflitto commerciale con gli Stati Uniti non agevola la situazione.
La volatilità rimane all’ordine del giorno sui mercati delle materie prime; a seguito della de-escalation del conflitto tra Israele e Iran, il prezzo del petrolio è tornato a scendere. Sembra che, nei prossimi mesi, l’offerta globale di petrolio sarà leggermente superiore alla domanda; di conseguenza, crisi a parte, è probabile che il prezzo del petrolio si muova al massimo in modo laterale.
Redazione
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