L’analisi di Vincent Mortier, CIO di AMUNDI

 

 

Nel mese di agosto le azioni statunitensi hanno toccato nuovi massimi. I mercati europei sono invece ritornati quasi ai livelli di marzo.

Il sentiment ha beneficiato delle aspettative delle spese per gli investimenti nell’intelligenza artificiale, dell’ottima stagione delle trimestrali statunitensi e dell’atteggiamento relativamente espansivo della Fed a Jackson Hole.

I mercati, come quello del lavoro, sembrano però ignorare i rischi relativi all’attività economica, le pressioni politiche sulla Fed, i deficit fiscali e i margini societari.

Riteniamo che i seguenti temi avranno un impatto sui mercati:

DAZI

I dazi peseranno più sulla crescita statunitense che sull’inflazione. Le spinte inflazionistiche saranno probabilmente temporanee, ma potrebbero emergere in modo graduale, interessando in fasi successive beni e servizi.

CRESCITA

La crescita rimarrà debole quest’anno e nel 2026 a causa di un raffreddamento del mercato del lavoro e di un rallentamento della crescita dei salari, due fenomeni non ancora chiaramente visibili. Negli ultimi mesi dell’anno, l’aumento dell’inflazione nel breve termine peserà sui consumi.

Anche la zona Euro risentirà dei dazi, ma la BCE manterrà le sue misure a sostegno dell’economia. Nella seconda parte dell’anno la crescita sarà più debole che nella prima. La domanda interna tiene, sostenuta dalla crescita dei salari reali, ma i rischi legati alle esportazioni sono alti.

FED

La FED, oggetto di crescenti pressioni politiche, sta spostando la sua attenzione dall’inflazione alla crescita. Nel complesso manteniamo la nostra previsione che la Fed taglierà tre volte i tassi di interesse nel 2025 visto e considerato l’indebolimento dell’economia e la sua rinnovata attenzione nei confronti dell’occupazione.

BCE

La BCE probabilmente porterà avanti una politica monetaria che dipenderà dai dati e rimarrà aperta a operare tagli dei tassi nei prossimi mesi.

MERCATI EMERGENTI

In questi mercati la crescita è rivista leggermente al rialzo per il 2025 (4,2%) rispetto alle nostre proiezioni di luglio. Le pressioni esterne sulla Cina si sono un po’ allentate. Quindi abbiamo rivisto al rialzo le nostre stime sulla crescita per quest’anno portandole attorno al 4,8%.

Si tratta di un target più in linea con quello fissato dal governo, anche se a nostro avviso proseguirà il rallentamento congiunturale per via della persistente debolezza della domanda interna. L’approccio transazionale di Trump, che riguarda anche i dazi, potrebbe imprimere un’accelerazione al multilateralismo e a un mondo multi-polare (ad es. i BRIC), producendo un risultato antitetico a quelle che sono le intenzioni dichiarate dal presidente americane.

La crescita dell’India dipende ad esempio più dai suoi consumi interni che dalla crescita delle esportazioni. Crediamo che l’impatto negativo dei dazi USA sulla crescita sarà attenuato dalle misure fiscali, tra cui la razionalizzazione e la riforma dell’imposta sui beni e sui servizi che spingerà i consumi interni.

COSA PESA SUGLI UTILI SOCIETARI

In questa fase l’aspetto che potrà pesare maggiormente sugli utili societari è, a nostro avviso, l’effetto dei dazi. Ovvero ci si chiede se le aziende riusciranno ancora a trasferire i costi così da evitare un’erosione dei margini.

Stiamo quindi seguendo con attenzione la dinamica tra i prezzi alla produzione negli Stati Uniti e i prezzi al consumo.

CONCLUSIONE

I riflettori dei mercati saranno puntati sul pesante indebitamento dei Paesi sviluppati, sulle pressioni politiche esercitate sulle istituzioni statunitensi e sulla necessità di maggiori interventi da parte dei decisori politici in Europa. Mentre nei Paesi emergenti la crescita sta migliorando in modo selettivo.

Notiamo anche una certa indifferenza dei mercati statunitensi che sembrano non prendere in considerazione i rischi che noi stiamo monitorando. Visto il contesto manteniamo il nostro approccio leggermente favorevole al rischio.

 


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.