A cura di Oliver Blackbourn e Adam Hetts, Portfolio Managers, Janus Henderson

 

Il “Giorno della Liberazione” potrebbe o meno liberare i mercati dalla stretta in cui si trovano rispetto alla politica commerciale statunitense. Gli investitori non amano l’incertezza e il modo frammentario con cui vengono annunciati i dazi ne sta creando molta.

La giornata sembra destinata a portare con sé una vasta gamma di dazi. Ma il quadro, dalla portata alla tempistica fino alla variabilità tra i paesi, è ancora incerto. Le stime su come sarà il tasso medio di dazi vanno da pochi punti percentuali a livelli a due cifre.

Rimane inoltre poco chiaro fino a che punto i dazi siano una strategia di negoziazione per raggiungere qualche altro obiettivo oppure la meta finale. Ciò che sembra meno incerto è che i dazi sono, senza molte eccezioni, probabilmente dannosi per la crescita economica, i consumatori e i mercati.

Preoccupazioni dei consumatori

I consumatori statunitensi hanno già mostrato la loro preoccupazione per i dazi in recenti sondaggi. La ricerca sul loro sentiment dell’Università del Michigan suggerisce che i consumatori americani si aspettano un’inflazione media del 5% nel prossimo anno.

Anche se questo dato va preso con le pinze, ha coinciso con un calo significativo della fiducia dei consumatori, preoccupati per l’aumento dei prezzi dovuto ai dazi. Allo stesso modo, il sentiment delle imprese è diminuito dopo essere aumentato nella seconda metà del 2024.

La preoccupazione negli Stati Uniti è che l’aumento dei prezzi è dovuto ai dazi pesi sul reddito reale e sulla crescita della spesa. Al di fuori degli Stati Uniti, dove le esportazioni di merci tendono a essere più importanti dal punto di vista economico, il problema è più focalizzato sull’impatto sull’industria e sull’effetto a catena sull’economia in generale.

Ripercussioni sul mercato

Le recenti differenze di performance tra i mercati sono state evidenti. Dopo aver registrato buoni risultati in seguito alle elezioni del novembre 2024, le azioni statunitensi sono state le più rimaneggiate a causa dell’aumento dell’incertezza nel 2025.

Le azioni americane non hanno beneficiato dei catalizzatori positivi che hanno spinto al rialzo le controparti europee e cinesi da inizio anno, poiché entrambe hanno sperimentato nuove politiche di stimolo da parte dei rispettivi governi.

Tuttavia, questo le ha lasciate in una posizione piuttosto vulnerabile, in particolare l’Europa, dove sembra esserci un significativo divario temporale tra le implicazioni negative di un’eventuale attuazione immediata dei dazi commerciali e l’impatto a più lungo termine di una maggiore spesa pubblica.

Sebbene sia sempre difficile giudicare quali mercati stiano valutando in anticipo un evento, possiamo analizzare alcuni settori per avere indicazioni. I sondaggi tra gli investitori suggeriscono che le aspettative rimangono moderate rispetto alle più ampie possibili implementazioni dei dazi, sebbene esse siano ora più strettamente allineate alla retorica rispetto a dicembre.

Ciò suggerisce che, se le dichiarazioni sono in linea con il messaggio, c’è ancora spazio per una reazione più negativa. Allo stesso modo, le valutazioni rimangono elevate rispetto al passato, suggerendo che un risultato con un effetto più problematico sugli utili potrebbe portare a ulteriori ribassi.

Tuttavia, possiamo anche trovare alcuni segnali di eccessivo pessimismo che potrebbero indicare che il movimento dei mercati si sta estendendo. Ciò è particolarmente evidente nei risultati dei sondaggi che mostrano come il sentiment tra gli investitori retail e professionali statunitensi si sia deteriorato in misura estrema.

Tale pessimismo nei confronti dei mercati è spesso associato a rendimenti migliori in futuro, ma non esclude ulteriori ribassi. Tuttavia, è anche importante notare che ci sono stati meno segnali di capitolazione tra gli investitori istituzionali. Questi potrebbero ancora rimanere una fonte di ulteriori vendite se il flusso di notizie dovesse continuare a causare preoccupazioni.

Considerazioni sul posizionamento di portafoglio

Forse la domanda più importante è se una guerra commerciale globale possa spingere questa economia in fase di rallentamento verso una recessione globale. Anche se al momento pensiamo che la risposta sia ancora “no”, le azioni statunitensi rimangono relativamente costose. E quindi probabilmente sensibili a sorprese negative relative al “Giorno della Liberazione” o a uno qualsiasi dei prossimi importanti dati statunitensi (ad esempio, l’indice dei responsabili degli acquisti manifatturieri dell’Institute for Supply Management e i dati sull’occupazione non agricola).

Per gli investitori in grado di resistere a questa volatilità a breve termine, la politica di stimolo in Europa e Cina ha il potenziale per combinarsi con la prossima politica di stimolo negli Stati Uniti (ad esempio, tasse, deregolamentazione) per creare un ambiente fertile a medio termine per gli operatori attivi. Rimanere investiti con un portafoglio ben bilanciato può quindi essere il modo migliore per resistere all’attuale volatilità.


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Redazione

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