Christiaan Tuntono, Senior Economist, Asia Pacific di Allianz Global Investors

 

“La crescita dell’Asia tenderà a rallentare nella seconda metà del 2025, a causa della duplice pressione esercitata dall’aumento dei dazi statunitensi e dall’indebolimento della domanda interna. Le crescenti difficoltà sul fronte della crescita spingeranno le banche centrali asiatiche ad allentare le condizioni monetarie, mentre i governi saranno probabilmente costretti a rafforzare il sostegno fiscale”, sostiene Christiaan Tuntono, Senior Economist, Asia Pacific di Allianz Global Investors

“Nonostante la conclusione di nuovi accordi commerciali abbia in gran parte ridotto l’incertezza legata alle politiche di Trump, quasi tutte le economie asiatiche si trovano ad affrontare dazi statunitensi sensibilmente più elevati rispetto all’inizio dell’anno.

Tutto questo accade nonostante i dazi imposti alla Cina siano scesi drasticamente rispetto al picco del 145%. E la maggior parte delle economie asiatiche si veda applicare dazi più bassi rispetto a quelli originariamente stabiliti dal Presidente Trump nel “giorno della liberazione” del 2 aprile.

Ma non sono solo le incertezze esterne a pesare: anche la domanda interna in Asia sta mostrando segnali di rallentamento. Nel mese di agosto i dati macroeconomici cinesi, come la crescita della produzione industriale, degli investimenti in beni fissi e delle vendite al dettaglio, si sono indeboliti disattendendo le aspettative del mercato.

Detto ciò, riteniamo che il rallentamento sia in parte dovuto al tentativo del governo di contenere la crescita degli investimenti e di portare avanti la campagna “anti-involuzione” per contrastare le pressioni deflazionistiche. Questa strategia riflette la fiducia delle autorità nel raggiungimento dell’obiettivo di crescita previsto per quest’anno.

Anche altre economie asiatiche devono far fronte alle pressioni sulla domanda interna e stanno cercando di fornire un maggiore sostegno: sul versante monetario abbiamo visto la Banca di Thailandia (13 agosto), la Banca d’Indonesia (20 agosto) e la Bangko Sentral ng Pilipinas (28 agosto) tagliare i tassi di interesse e ci aspettiamo che altre banche centrali asiatiche seguano questa direzione.

Sul fronte fiscalel’India ha razionalizzato il regime di Goods & Services Tax (GST) per sostenere i consumi. Mentre il presidente indonesiano Prabowo Subianto ha riorganizzato il governo e nominato un ministro delle Finanze propenso a una politica più espansiva.

La Corea del Sud, guidata dal neo-presidente Lee Jae Myung, ha già approvato un secondo bilancio aggiuntivo a giugno. Prevediamo che anche il Giappone, con la sua imminente nuova amministrazione, allenterà la politica fiscale.

Le nostre raccomandazioni in tema di investimenti mantengono una visione costruttiva su obbligazioni e valute asiatiche alla luce del fatto che la Federal Reserve ha ripreso a tagliare i tassi di interesse a settembre. Per quanto riguarda i mercati azionari, privilegiamo quelli sostenuti dalla domanda interna, aperti a ulteriori tagli dei tassi e privi di rischi macroeconomici o politici specifici. In quest’ottica, riteniamo interessanti i mercati di Cina/Hong Kong, India e Australia”, conclude Tuntono.

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Redazione

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