Meglio privilegiare gli IG bond con rendimenti medi superiori al 5% per un rating medio di Single-A. Intervista a Justine Vroman, senior portfolio manager e co-head del Climate Transition Global Credit Fund di Aviva Investors
L’impennata dell’inflazione e la conseguente reazione in materia di tassi d’interesse da parte delle banche centrali hanno penalizzato i corporate bond nel 2022. Cosa vi aspettate per l’anno in corso?

Siamo più ottimisti in relazione al 2023. Da una prospettiva top-down, il credito investment grade (IG) appare interessante rispetto ad altre asset class. L’IG globale offre rendimenti medi superiori al 5% per un rating medio di Single-A; si tratta del livello più alto dal 2009, ad eccezione del quarto trimestre dello scorso anno.
Già il solo carry offre un margine sufficiente per assorbire la volatilità nel corso del ciclo. Le banche centrali manterranno i tassi alti per un lasso di tempo più lungo al fine di ridurre l’inflazione e mantenere la loro credibilità, ma il ritmo dei rialzi rallenterà. Ciò induce una minore volatilità dei tassi d’interesse rispetto al 2022, a sostegno degli spread creditizi.
L’economia sta assimilando uno dei cicli di rialzo dei tassi più rapidi e intensi mai registrati e questo potrebbe avere delle conseguenze, soprattutto nella fascia di qualità inferiore dello spettro creditizio, come l’High Yield, dove la leva finanziaria è più elevata. L’IG è piuttosto ben diversificato e conservativo, in quanto comprende tipicamente le migliori società della categoria in settori solidi come le telecomunicazioni, le banche e i non-ciclici, e può quindi offrire resilienza in caso di recessione. Sebbene è plausibile attendere una certa pressione sugli utili e sui margini aziendali, nel complesso riteniamo che i fondamentali dell’IG siano relativamente solidi.
Le aziende si stanno adattando all’aumento dei tassi con una gestione più prudente dei bilanci, ad esempio puntando su una riduzione dei Capex e su un minor numero di operazioni di M&A. Dal momento che negli ultimi anni le società hanno in gran parte terminato le loro scadenze, si prevede un rallentamento delle emissioni di titoli non finanziari, il che fornisce un ulteriore supporto tecnico; insieme all’aumento della domanda per questa classe di attivi, dovrebbe contribuire ad assorbire la stretta quantitativa della BCE.
Con gli spread che si sono compressi rispetto ai livelli registrati in ottobre e con l’inflazione che si è dimostrata tenace, il rally potrebbe aver superato le aspettative. Abbiamo quindi ridotto il rischio in modo sistematico, orientando le posizioni più performanti verso opportunità più interessanti. La dispersione dovrebbe rimanere elevata in questo contesto, lasciando opportunità di arbitraggio per la generazione di alfa.
Quali tipologie di corporate bond state privilegiando in questa fase di mercato in termini di affidabilità creditizia, duration, settori, aziende?
Continuiamo a preferire il credito denominato in euro rispetto al dollaro e a sovrappesare le banche, che dovrebbero beneficiare dell’aumento dei tassi e rimangono relativamente ben posizionate per far fronte alle prossime pressioni recessive. Nel frattempo siamo cauti sui ciclici come auto, retail e immobiliare. Tendiamo ad acquistare obbligazioni di società più stabili e meno influenzate dal contesto macro. Vale la pena di ricordare che ci interessano le società che beneficiano di sostegni politici come l’IRA e RePower EU, che dovrebbero rappresentare un’ulteriore fonte di protezione in caso di flessione dei mercati. Dal punto di vista delle scadenze, le curve sono relativamente piatte e offrono una compensazione limitata per la duration maggiore, pertanto preferiamo le scadenze brevi e intermedie.
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

