Apertura negativa per le borse europee. Durante la giornata verranno pubblicati i dati
sull’indice dell’attività nazionale degli USA. Aggiornamento sui mercati a cura di UniCredit
L’agenda macro di oggi, lunedì 25 luglio, si presenta particolarmente povera di
dati macroeconomici. Durante la giornata verranno resi noti i dati riguardati
l’indice IFO (fiducia delle imprese) in Germania. Verranno inoltre pubblicati i dati
sull’indice dell’attività nazionale degli USA.
La situazione sul fronte Europa-America si presenta alquanto incerta con il
mercato che ha ridotto le aspettative sul rialzo dei tassi dopo alcuni dati
macro negativi con l’indice Pmi che venerdì ha evidenziato una contrazione – la
prima da due anni – dell’attività economica Usa a luglio. Alla fine della scorsa
settimana i trader vedevano all’83,7% la possibilità che la Fed mercoledì alzi i
tassi di 75 bps, e al 16,3% quella di un punto pieno di aumento. Gli investitori
cercheranno di capire se la banca centrale ritenga che l’inflazione stia
raggiungendo il picco massimo e come considera l’economia statunitense, nel
tentativo di valutare la portata di una manovra sui tassi a settembre. Il segretario
del Tesoro Janet Yellen ha ammesso che l’economia sta rallentando ma ha detto
che una recessione non è inevitabile. In quest’ottica, focus questa settimana sul
Pil Usa relativo al secondo trimestre.
Sul fronte europeo, in Ucraina, Kiev prosegue negli sforzi per riprendere le
esportazioni di grano dai porti del Mar Nero, ma mette in guardia dal rischio di
altri attacchi missilistici russi dopo quello di sabato su Odessa, che secondo il
presidente Volodymyr Zelensky dimostra che non si può fare affidamento sul
rispetto dell’accordo da parte di Mosca.
Sul versante asiatico, in Giappone, la BOJ, Banca del Giappone, che ha più volte
ribadito di volersi mantenere sul sentiero di una politica ultra-accomodante, ha
modificato la composizione del board facendo entrare un membro considerato
meno ‘dovish’ del predecessore.
Il cross euro/dollaro vale 1,0196 in calo 0,14%, mentre il cambio euro/yen si
attesta su 139,04 in rialzo dello 0,06% e il cambio usd/jpy scambia a 136,33 in
rialzo dello 0,21%.
Derivati sul greggio in ribasso. Il futures sul Brent perde l’1,25% a USD 101,91
il barile, mentre WTI Usa scende dello 1,27 % a USD 93,5.
Stamane il Bund future ha aperto a 154,07 il Btp future a 123,16. Lo spread
Btp/Bund riparte da 237 pts, con il rendimento del nostro Btp decennale al
3,427%.
Apertura negativa per le borse europee, con Piazza Affari poco sotto la
parità. Misti i titoli bancari. In rialzo, Inwit, Hera, Italgas, Snam e Recordati. In
ribasso invece Interpump Group, Iveco Group, Saipem, Tenaris e Stellantis.
Azionariato asiatico negativo stamane con il Nikkei 225 della borsa di Tokyo
in ribasso dello 0,77%, Hong Kong dello 0,36%, Shanghai dello 0,54%, Seoul
in rialzo invece dello 0,44% e Sidney stabile. La chiusura negativa di venerdì a
Wall Street ha influenzato l’andamento odierno dei mercati, all’inizio di una
settimana importante in cui è attesa la decisione della Fed in materia di tassi
di interesse.
Gli addetti ai lavori temono per la crescita economica e si attendono un incremento di 75 punti base da parte della Fed. Sul fronte macroeconomico da segnalare che a Singapore il dato relativo all’inflazione di giugno è apparso in crescita del 4,4% su base annuale, toccando il massimo degli ultimi 13 anni a fronte di un valore atteso pari a +4,2%. Il rialzo arriva come risultato della crescita dell’inflazione in molti settori compreso quello dei
servizi, alimentare, retail e delle utilitities.
La Borsa di New York ha chiuso l’ultima seduta della settimana in ribasso
penalizzata da tecnologici e social media industry. Il Dow Jones ha perso lo
0,43%, l’S&P 500 lo 0,93%, mentre il Nasdaq Composite è sceso del 1,96%.
Tra i titoli in evidenza Snap -39,14%.
L’azienda creatrice della piattaforma di messaggistica Snapchat ha comunicato per il secondo trimestre perdite nette in crescita da USD 151,7 mln, pari a 10 centesimi per azione, a 422,1 mln, e 26 centesimi. Le vendite sono salite del 13% annuo a 1,11 mld, sotto agli 1,14 mld del consensus. A deprimere i corsi del titolo è stato però soprattutto il fatto che il management non abbia fornito una guidance sul terzo trimestre citando “incertezze relative all’ambiente operativo”.
American Express +2,03%. Il colosso delle carte di credito ha alzato la stima sulla crescita dei ricavi annuali al 23-25% dal 18-20% della precedente guidance.
Redazione
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