Apertura positiva per le borse europee. Da monitorare oggi il meeting Opec+ con la decisione sulla produzione di petrolio a maggio. Aggiornamento sui mercati a cura di UniCredit

L’agenda macro di oggi, giovedì 31 marzo, si presenta ricca di indicazioni
interessanti. L’agenda di oggi ha visto dall’Asia la pubblicazione della
produzione industriale in Giappone e del Pmi manifatturiero e non
manifatturiero della Cina. Per la zona euro si guarda alle vendite al dettaglio
in Germania e all’inflazione in Francia e Italia (si tratta della stima preliminare
di marzo). Da monitorare il meeting Opec+ con la decisione sulla produzione di
petrolio a maggio. Ricca di spunti soprattutto l’agenda americana: reddito e
spesa delle famiglie, deflatore Pce, e i nuovi sussidi alla disoccupazione.

Sul fronte orientale, secondo quanto comunicato da Bank of Korea, il Business
Survey Index (Bsi, indice che misura le condizioni in cui operano le aziende
sudcoreane) è sceso in marzo a 84 pts dai 91 pts di febbraio (90 pts in gennaio).

L’outlook per aprile ha invece registrato un calo a 85 pts dai 93 pts precedenti
(90 pts in febbraio). Su base rettificata stagionalmente l’indice è peggiorato da
94 a 83 pts mentre l’outlook di aprile è calato a 83 pts dai 93 pts dei tre mesi
precedenti. Inoltre, secondo quanto comunicato dalla China Federation of
Logistics and Purchasing in collaborazione con l’Ufficio nazionale di statistica di
Pechino, in marzo l’indice Pmi non manifatturiero, calcolato prevalentemente
su costruzioni e servizi, ha registrato in Cina un declino a 48,4 pts dai 51,6 pts di
febbraio (51,1 pts in gennaio), tornando dopo sei mesi sotto la soglia di 50 pts
che separa espansione da contrazione. Il Pmi Composite, che raggruppa
manifatturiero e servizi, è invece sceso a 48,8 pts dai 51,2 pts precedenti (51,0
pts in gennaio). Le attività in manifatturiero e servizi hanno registrato in Cina la
prima contrazione in contemporanea dal picco della pandemia di coronavirus nel
febbraio 2020. Infine, secondo i dati diffusi dal ministero di Territorio,
Infrastrutture, Trasporto e Turismo del Giappone, gli ordini di nuove costruzioni,
incassati dai 50 maggiori gruppi del settore in Sol Levante, sono scesi in
febbraio del 2,3% annuo, dopo il rimbalzo dell’11,0% di gennaio (4,8%
l’incremento di dicembre). Si tratta della prima contrazione dopo una striscia
positiva durata cinque mesi.

Il cross euro/dollaro vale 1,1172, in rialzo di 0,04%, mentre il cambio euro/yen
si attesta su 136,35, in rialzo dello 0,32% e il cambio usd/jpy scambia a 122,14
in rialzo di 0,28%.

Derivati sul greggio negativi stamane. Il futures sul Brent perde il 4,01% a USD
108,90 il barile, mentre WTI Usa scende del 4,32% a USD 103,17.

Stamane il Bund future ha aperto a 157,37, il Btp future a 137,28. Lo spread
Btp/Bund riparte da 150 pts, con il rendimento del nostro Btp decennale al
2,137%.

Apertura complessivamente positiva per le borse europee, con l’eccezione di
Piazza Affari che perde lo 0,10%. Positivi i titoli bancari. Bene anche Saipem,
Stellantis, Diasorin, Inwit e Pirelli. In rosso Exor, Enel, Amplifon, Atlantia ed
Hera.

Azionariato asiatico negativo stamane con il Nikkei 225 della borsa di Tokyo
in calo dello 0,73%, Hong Kong in ribasso dello 0,84%, Shanghai dello 0,42%,
Seoul sale dello 0,40% mentre Sidney perde lo 0,20%. Dopo una seduta in
frenata per Wall Street, alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la
tendenza in negativo è stata di fatto confermata. Perdita di ottimismo che si
spiega ancora con i timori legati all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia
(le promesse di un rallentamento delle attività militari da parte di Mosca si
sono dissolte di fronte ai nuovi bombardamenti sulla capitale Kiev) ma anche
in seguito alla pubblicazione dei dati sugli indici Pmi ufficiali di Pechino che
mostrano come le attività in manifatturiero e servizi abbiano registrato in Cina
nel mese di marzo la prima contrazione in contemporanea dal picco della
pandemia di coronavirus nel febbraio 2020.

La Borsa di New York ha chiuso la seduta in calo. Il Dow Jones ha perso lo
0,19%, l’S&P 500 lo 0,63% ed il Nasdaq Composite l’1,29%. L’ottimismo di
martedì dopo il nuovo round di negoziati tra Russia e Ucraina in Turchia è stato
frenato dai nuovi bombardamenti a Kiev. Tra i titoli in evidenza Micron
Technology -4,06%. Il produttore di memorie ha comunicato risultati per il
secondo trimestre dell’esercizio 2022 segnati da profitti netti rimbalzati da USD
603 mln, pari a 53 centesimi per azione, a 2,27 mld, e USD 2,00. Su base
rettificata l’eps è passato da 98 centesimi a USD 2,14, contro gli USD 1,98 del
consensus. I ricavi sono saliti da USD 6,24 a 7,77 mld, contro i 7,53 mld stimati
dagli analisti. In termini di guidance, per l’attuale periodo il gruppo dell’Idaho si
attende un’eps rettificato compreso tra USD 2,36 e 2,56, su ricavi per 8,5-8,9
mld.


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