Amadeo Alentorn, Lead Investment Manager, Systematic Equities di Jupiter AM

Nei mesi scorsi i mercati azionari sono stati gravemente perturbati da eventi macroeconomici quando gli Stati Uniti hanno annunciato alti dazi sulle importazioni.

Eppure, le guerre commerciali non sono l’unico rischio all’orizzonte. Di seguito quattro possibili scenari che illustrano i vari rischi che potrebbero impattare negativamente sui mercati azionari.
Rischio 1. Blocco dei rifornimenti di petrolio
Attraverso lo Stretto di Hormuz, a sud dell’Iran, passa il 20% del consumo globale di petrolio destinato a Cina, India, Giappone, Corea del Sud, Singapore e Stati Uniti.
POSSIBILE SCENARIO:
L’Iran chiude lo Stretto di Hormuz. Le rotte alternative non riescono a compensare questa chiusura. Le aziende scaricano i costi più elevati di produzione e distribuzione sui clienti, così l’inflazione aumenta. La Fed abbandona il programma di taglio dei tassi e gli investitori perdono fiducia: l’azionario crolla.
Rischio 2. Interruzione della fornitura di microchip
La produzione più avanzata di semiconduttori si concentra a Taiwan, dove si produce il 90% della fornitura di chip più avanzati, da cui la tecnologia statunitense dipende.
POSSIBILE SCENARIO:
Le tensioni tra Stati Uniti e Cina sfociano in guerra commerciale. Trump impone che i chip fondamentali siano “Made in America”. In risposta, la Cina inasprisce la regolamentazione dei semiconduttori. Le società taiwanesi sospendono alcune spedizioni per evitare di violare le normative di entrambi i Paesi.
Le strozzature delle catene di fornitura peggiorano e i tempi di consegna si allungano. Le azioni tecnologiche calano, così come gli indici. Domina la stagflazione.
Rischio 3. Al Re Dollaro cade la corona
La fiducia nel dollaro, la valuta di riserva per eccellenza, è stata erosa da instabilità fiscale interna, politiche imprevedibili e alleanze monetarie mutevoli.
Mentre Moody’s prevede che il debito nazionale statunitense raggiungerà il 134% del PIL entro il 2035, le riforme fiscali aggiungeranno migliaia di miliardi di dollari alle passività a lungo termine del governo statunitense.
I BRICS+ hanno lanciato un sistema di regolamento degli scambi su base diversa dal dollaro.
POSSIBILE SCENARIO:
I dazi sulle importazioni alimentano l’inflazione: perciò la Fed è costretta a non tagliare i tassi più a lungo. Moody’s, S&P e Fitch pubblicano downgrade. La fiducia degli investitori vacilla. I Treasury subiscono un sell-off, facendo salire i rendimenti. Le banche centrali straniere riducono le proprie posizioni sul debito statunitense e la volatilità del mercato azionario è in netto rialzo.
Prende quota la piattaforma di regolamento degli scambi dei BRICS+. Entro fine 2026, le materie prime strategiche sono sempre più prezzate e regolate in altre valute e token, compromettendo la domanda di dollaro.
Emerge un ordine finanziario multipolare.
Rischio 4. Il riscaldamento globale causa un crollo immobiliare
Si prevede che il quinquennio 2025-2029 sarà il più caldo mai documentato.
Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico anticipa un aumento dei livelli del mare che causerà eventi estremi annualmente in molte località costiere.
POSSIBILE SCENARIO:
Le contromisure al cambiamento climatico sono sottofinanziate.
Entro il 2050, parti di città costiere vengono sommerse durante le tempeste e l’alta marea. Le compagnie di assicurazione smettono di erogare polizze per le proprietà ad alto rischio e ottenere un mutuo diventa difficile.
I titoli garantiti da mutui ipotecari subiscono un riprezzamento e le proprietà nelle aree a rischio perdono valore: ecco la “crisi climatica dei titoli garantiti da mutui”, simile al 2008. Ma che non può venire risolta con un salvataggio finanziario. Si inaugura un’era di instabilità finanziaria climatica.
Investire in modo resiliente
Le preoccupazioni riguardo a questi rischi sono sufficienti a muovere i mercati. Riteniamo che il mix tradizionale di titoli obbligazionari e azionari non basti più: gli investitori dovrebbero aumentare la diversificazione con asset alternativi come l’azionario market neutral, che ha una bassa correlazione con i mercati tradizionali.
Una strategia azionaria market neutral punta a generare alpha, senza dipendere dalla direzione del mercato. Bilanciando posizioni lunghe e corte, offre resilienza in tutti i contesti.
Stefania Basso
Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.

