L’intervista a Debora Delbò Strategy Research – Global Emerging Markets Strategist di Amundi
Nel vasto universo rappresentato dall’azionario emergente, l’equity asiatico e quello dell’Est Europa sembrano essere le due aree più promettenti per i prossimi anni. Siete d’accordo con questa view o date maggiori chance ad altre aree?

L’area nord asiatica è stata la prima a riprendersi dopo lo shock derivante dal covid 19, sia in termini macroeconomici sia in termini di quotazioni borsistiche.
La Cina, per esempio, sarà l’unica tra le maggiori economie mondiali ad avere una crescita del PIL positiva quest’anno.
Rimaniamo costruttivi sull’area. E pensiamo che l’attenzione degli investitori si sposterà poco a poco anche verso i Paesi sud asiatici, che sono più arretrati nel processo di recupero e quindi più attraenti in termini di valutazione.
I Paesi dell’Europa emergente si sono dimostrati efficienti nella gestione della crisi. E rimangono molto promettenti per il prossimo anno. In particolare la Russia, che presenta ottime valutazioni e una buona politica di dividendi.
L’America Latina soffre di problemi strutturali che rendono più complessa la reazione allo shock economico e sociale derivante dal covid. Ma riteniamo che durante il 2021, man mano che il recupero si farà più solido, si apriranno ottime possibilità di investimento anche in questa regione.
Potenzialmente, la maggiore velocità della crescita del Pil dovrebbe produrre risvolti positivi sulle performance future delle azioni degli Em. Ritenete valida questa correlazione o saranno altre le variabili capaci di pilotare le performance?
Nell’ultimo anno il differenziale di crescita con i Paesi sviluppati si è assottigliato ed è diventato più volatile a causa della crisi globale. Ma nel 2021 prevediamo una stabilizzazione a livello pre-covid.
Permangono infatti elementi strutturalmente a supporto della crescita dei Paesi emergenti come l’aspetto demografico, che alimenta l’economia domestica e assicura una forte componente anticiclica, riducendo la dipendenza da dinamiche globali. Un altro fattore che trainerà la performance dell’azionario emergente risiede nella forte esposizione, soprattutto nel caso dell’Asia, ad alcuni trend secolari quali l’intelligenza artificiale, la robotica e l’e-commerce.
Infine molte nuove iniziative assicurano opportunità di investimento promettenti. La Cina, per esempio, sta gradualmente aprendo i suoi mercati agli investitori stranieri. E sta promuovendo progetti interessanti su cui investire come la Nuova Via della Seta (New Silk Road).
Questo piano ha lo scopo di accrescere l’integrazione regionale e assicura ottime occasioni di profitto investendo nei settori coinvolti nel progetto, ossia quelli più legati al processo di urbanizzazione e adeguamento infrastrutturale dei Paesi che hanno aderito.
Stefania Basso
Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.


