Un calo delle tensioni geopolitiche potrebbe premiare significativamente l’equity cinese. Jean Marie Mercadal, head of investment strategies di OFI Asset Management

Credete che le aspettative di prospettive economiche migliori in molti paesi emergenti contribuiranno ad attenuare il rischio rappresentato dall’aumento dei tassi di interesse globali?
I mercati emergenti non sono un insieme omogeneo, soprattutto nell’attuale contesto estremamente delicato di inflazione e tensioni geopolitiche. In modo molto schematico, possiamo classificare i principali Paesi emergenti in 3 categorie:
– Paesi esportatori di materie prime. In questo blocco troviamo molti Paesi dell’America Latina, come ad esempio Messico, Indonesia, Sudafrica.
– Paesi dell’Europa orientale, strettamente legati all’economia europea e in prima linea nel conflitto in Ucraina.
– I Paesi asiatici che sono molto legati all’economia cinese e, naturalmente, la Cina che è quasi una categoria a sé stante.
A parte i Paesi dell’Europa dell’Est, che probabilmente risentiranno del rallentamento europeo, la crescita degli altri Paesi emergenti dovrebbe essere piuttosto robusta. La Cina dovrebbe accelerare nel 2023 dopo un 2022 molto deludente, colpito dalla politica 0 Covid e dalla crisi immobiliare. Su questi due temi principali, si attendono misure dopo il 20° Congresso del Partito Comunista Cinese che si terrà il 16 ottobre. Dopo aver consolidato il proprio potere politico e aver dato al Paese un quadro di riferimento a lungo termine, la “prosperità comune”, l’attenzione potrebbe concentrarsi sulla crescita, dato che diverse proteste nel Paese mostrano un crescente malcontento tra la popolazione. D’altra parte, la Cina si trova in un ciclo di allentamento monetario e quindi i tassi di interesse sono piuttosto in ribasso. Negli altri Paesi, nel complesso, il ciclo di inasprimento monetario ha preceduto quello avviato dagli Stati Uniti, per cui quest’anno i rendimenti sono aumentati molto meno nei Paesi emergenti rispetto a quelli occidentali, e in particolare agli Stati Uniti.

Quali paesi o aree emergenti potrebbero uscire rafforzate in caso di attenuazione o risoluzione delle tensioni geopolitiche in corso?
I Paesi dell’Europa orientale potrebbero essere i primi a beneficiare di una tregua nel conflitto in Ucraina. Per quanto riguarda le tensioni latenti tra Cina e Stati Uniti sul caso Taiwan, una tregua andrebbe a vantaggio soprattutto della Cina. Le azioni cinesi sono state oggetto di massicci deflussi da parte degli investitori occidentali, soprattutto americani, e molti hedge fund sono “short” sui principali titoli quotati a Hong Kong. Un’inversione del clima geopolitico e l’annuncio di misure positive da parte del governo potrebbero causare un rimbalzo molto forte delle azioni cinesi, soprattutto perché ora sembrano piuttosto a buon mercato.
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

