Azioni europee ancora sottovalutate. Il divario valutativo tra l’equity europeo e quello statunitense è ancora di circa il 30%. Tom O’Hara, Investment Director European Equities di GAM

Il panorama degli investimenti in Europa sta subendo una trasformazione strutturale, influenzata dai mutamenti delle dinamiche globali e dalla rinnovata enfasi sull’autosufficienza. Nonostante lo scetticismo di lunga data sulla capacità dell’Europa di attuare riforme, riteniamo che l’aumento dell’incertezza geopolitica causato dal conflitto tra Russia e Ucraina, dall’aggressività commerciale degli Stati Uniti e dalla crescita economica debole stia imponendo un cambiamento.
A livello nazionale, Portogallo, Norvegia e Paesi Bassi hanno registrato le migliori performance rispetto al benchmark, mentre Svizzera, Regno Unito e Belgio sono rimasti indietro.
A livello di settori, quelli dell’energia, dei servizi di pubblica utilità e dell’IT hanno registrato le migliori performance, mentre quelli dei beni di consumo di base, dei beni di consumo discrezionali e della sanità hanno sottoperformato.
La Germania continua a essere in prima linea in questo riassetto, allontanandosi dal rigoroso conservatorismo fiscale
Gli stimoli annunciati per le infrastrutture e la difesa dovrebbero avere ricadute positive sull’economia e stanno attirando anche capitali privati dall’estero.
Riteniamo che lo stimolo fiscale tedesco potrebbe favorire le società quotate in altri paesi con esposizione verso la Germania. A livello UE si intravedono alcuni segnali di riforme più favorevoli agli investitori, attraverso il sostegno al consolidamento bancario transfrontaliero, i colloqui su un’unione del risparmio e degli investimenti, il consolidamento in settori quali gli appalti nel settore spaziale e della difesa, l’allentamento delle politiche ambientali e l’attenzione alla competitività.
Le azioni europee continuano a presentare valutazioni interessanti rispetto alle loro controparti statunitensi, con un divario valutativo superiore al 30% che, a nostro avviso, potrebbe ridursi con il rafforzarsi della fiducia. In questo contesto, restiamo determinati a navigare nel mutevole scenario macroeconomico e normativo con un approccio d’investimento disciplinato e orientato ai fondamentali.
Le performance nel breve termine
Nel corso del mese di giugno i mercati azionari europei hanno registrato un leggero calo, sottoperformando rispetto alle controparti statunitensi e globali, sebbene nella prima metà dell’anno abbiano ottenuto risultati nettamente superiori. Nel mese di giugno, l’indice MSCI Europe ha registrato un calo dell’1,30% (EUR) a causa della crescente cautela degli investitori dovuta alle crescenti tensioni geopolitiche e alle incertezze sulla politica commerciale globale, in particolare in relazione al Medio Oriente e alle ultime modifiche temporanee ai dazi statunitensi, con l’avvicinarsi della scadenza della moratoria di tre mesi sui nuovi dazi dopo il Liberation Day.
Redazione
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