Intervista a Alessandro Aspesi, head of Italy di Pgim Investments
Inflazione e tassi più elevati: quali sono le ricadute sull’asset allocation?
«Soprattutto per quanto riguarda la componente core, è molto probabile che l’inflazione continuerà a presentare dati più elevati rispetto alle aspettative iniziali. Infatti, diverse società hanno alzato molto i prezzi da loro praticati, anche al netto dell’effetto dei più alti costi dell’energia. A fronte di tutto ciò, però, oggi troviamo rendimenti obbligazionari interessanti, che permettono di ottenere buoni yield to maturity con un’esposizione alla duration limitata. A nostro avviso, è proprio la parte più lunga delle curve a offrire le opportunità migliori, anche se è possibile trovare buone occasioni anche sul reddito fisso a breve scadenza, limitando così i rischi di sorprese negative sul lato dell’inflazione».
Le long duration stock sono ancora interessanti?
«Sì, pensiamo che la fase di rotazione verso il cyclical value sia già alle nostre spalle e che le prospettive per il futuro vedano ancora un vantaggio sistematico per alcuni gruppi che operano in settori growth. Lo scenario macroeconomico più probabile, infatti, è incentrato su un rallentamento della crescita, con la possibilità di assistere a una recessione. Neppure nel lungo periodo, comunque, le previsioni stimano un andamento particolarmente robusto. In un simile quadro, tornano a essere favorite le aziende innovative, dal forte pricing power, con limitati costi fissi, intensità di capitale e basso indebitamento complessivo, quali, ad esempio, i gruppi che operano nei servizi software, nelle biotecnologie o nelle soluzioni innovative a livello energetico».
Ritenete che il mercato yigh yield sui livelli attuali, sia da considerare un’opportunità d’investimento?
«Per quanto riguarda questo ambito dei corporate bond, le occasioni di investimento migliori si trovano negli Stati Uniti. Viceversa, in ambito investment grade è l’Europa a essere più interessante. Le ragioni alla base della nostra preferenza per l’high yield statunitese è data dalla maggiore diversificazione di questa asset class in America è decisamente maggiore rispetto alla controparte europea. In particolare siamo focalizzati su quelle aziende caratterizzate da un minore beta rispetto al ciclo economico.
Boris Secciani
Nato a Bologna nel 1974, a Milano ho completato gli studi in economia politica, con una specializzazione in metodi quantitativi. Ho cominciato la mia carriera come broker di materie prime negli Usa, per poi proseguire come trader sul forex. Tornato in Italia ho partecipato come analista e giornalista a diversi progetti. Sono in FONDI&SICAV dalla sua fondazione, dove opero come Responsabile dell'Ufficio Studi. I miei interessi si incentrano soprattutto sul mondo dei tassi di interesse e del reddito fisso, sulla gestione del rischio di portafoglio e sull'asset allocation.

