Nell’ultimo ‘Grafico della settimana’ di State Street Global Markets, Michael Metcalfe, responsabile globale della strategia macro, affronta un tema caldo e delicato. Il motivo per cui la Banca del Giappone (BOJ) dovrebbe agire il prima possibile di fronte ai crescenti rischi di deflazione e alla forza crescente dello yen.
“Anche dopo la sua recente impennata, lo yen non soddisfa i criteri abituali per giustificare un intervento della Banca del Giappone – ammesso che una cosa del genere esista”, secondo il manager.
“L’inflazione mostrava già i segni di un appiattimento ben prima che Covid-19 colpisse l’economia interna”, sottolinea Metcalfe. Questo ci dice che i rischi di deflazione erano già in aumento.
Un fenomeno del genere sembra sempre più probabile ora. Come dimostra il grafico sotto riportato, “questo rischio sarà aggravato a breve termine dalla forza dello yen“.
Mentre lo yen è ancora sottovalutato rispetto al dollaro Usa e mostra poche prove di essere un mercato a senso unico o “sovraproprietario”, “ha il potenziale per superare ulteriormente il limite”, secondo il manager.
È questa combinazione di inflazione e deflazione precaria e di potenziale di superamento dello yen che “fornirà la ragione per cui la Banca del Giappone si vedrà costretta a intervenire il prima possibile“.

Redazione
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