Banca Generali chiude un 2019 record: utile netto di 272,1 milioni di euro, in crescita del 51%, a fronte di ricavi totali di 578 milioni (+28,6%). Salgono di 11,5 miliardi le masse, che si sono portate a quota 69 miliardi. In rialzo da 1,25 a 1,85 euro per azione (payout al 79%)  il dividendo, che sarà pagato in due tranche: il 20 maggio (1,55 euro) e il 30 gennaio 2021 (0,3 euro). L’amministratore delegato e direttore generale Gian Maria Mossa ha detto che si tratta del «miglior anno della nostra storia».

«Alla luce di questi risultati guardiamo con crescente ottimismo al cammino per il nostro piano triennale e alle sfide per il 2020», ha aggiunto il manager. A tal proposito, la raccolta netta di gennai è stata pari a 438 milioni dai 614 milioni di dicembre 2019 e dai 430 milioni del gennaio precedente.

Il risultato 2019 ha beneficiato di un contesto favorevole e della significativa crescita della componente ricorrente – utile core a 150 milioni euro (+12,7%) – supportata dalla forte e continua espansione dimensionale – masse per 69 miliardi (+20%) – così come dalle molteplici iniziative nella diversificazione dei prodotti e dei servizi. «Abbiamo accelerato il lancio di soluzioni esclusive negli investimenti e nei servizi di wealth management e la risposta dalla clientela non s’è fatta attendere come evidenziano i dati in forte crescita delle masse sotto advisory evoluta, così come il successo del nuovo approccio consulenziale incentrato sulla sostenibilità nelle logiche SDGs. Tutto ciò ad ulteriore dimostrazione della distintività della professionalità dei nostri consulenti e dell’eccellenza delle piattaforme tecnologiche messe a loro disposizione», ha sottolineato Mossa.

Il margine di intermediazione è aumentato del 29% a 578 milioni, mentre il margine finanziario si è attestato a 88,2 milioni, in crescita del 4,9% con un margine d’interesse a 74 milioni (+23,4%). Le commissioni lorde sono salite del 18,8% a 881 milioni.

I ratio patrimoniali a fine periodo si confermano molto solidi su livelli ampiamente superiori ai requisiti richiesti dalle autorità bancarie: il Cet1 ratio si è attestato al 14,6% e il Total Capital ratio (Tcr) al 16,1 per cento.


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Redazione

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