Stefano Volpato, direttore commerciale di Banca Mediolanum, ha sempre mostrato un grande interesse per i giovani consulenti finanziari e, nel momento in cui Fondi&Sicav lo ha interpellato nell’ambito dell’inchiesta sulle difficoltà delle nuove generazioni a iniziare un lavoro abbastanza complesso come quello dell’advisor, ha voluto alzare molto il tiro sull’importanza della scelta che un neoprofessionista compie. Non è solo una questione di tempi di affermazione o di acquisire portafogli importanti, sembra dire Volpato, ma al contrario occorre prima comprendere profondamente il valore, anche sociale, di ciò che si va a fare.

Che cosa bisogna fare per avvicinare i giovani alla consulenza finanziaria?

«Prima di parlare dei giovani e di come farli avvicinare a un mestiere meraviglioso come il nostro, occorre capire che cos’è la consulenza finanziaria. Possiamo guardare alla professione da due angolazioni diverse. Certamente quello dei risparmi è un mercato di dimensioni enormi. La ricchezza finanziaria delle famiglie italiane supera i 5.700 miliardi, con una capacità media di accumulo intorno al 10% del reddito lordo. A questo dato si aggiunge quello della capitalizzazione. Ipotizzando una rendita media del 3% annuo su 5.700 miliardi, possiamo apprezzarne le potenzialità». 

Quindi la base economica sulla quale lavorare è molto ampia…

«Non solo. Il mestiere può essere osservato anche da un’altra prospettiva, cioè perché lo facciamo. Il perché riempie di significato ogni azione che compiamo, ogni nostro pensiero. Il primo manifesto che parla di consulenza finanziaria apparve a Chicago il 12 dicembre del 1969 e recitava: “Il pianificatore finanziario deve aiutare le persone a imparare come spendere, come risparmiare, investire, assicurarsi e pianificare con saggezza il futuro per raggiungere l’indipendenza finanziaria!”. Già nel 1969, quindi, emergeva chiaramente lo scopo di questo servizio. Banca Mediolanum è stata fondata su questo principio che Ennio Doris aveva così codificato: “Il cliente mette nelle nostre mani la sua vita e io devo fare tutto ciò che è in mio potere per fare sì che questo cliente raggiunga gli obiettivi per i quali ha tanto faticato”. Partire da questo assunto ci aiuta a capire la valenza ultima della nostra professione. Quando leggo che la consulenza finanziaria risolve esigenze mi spazientisco. Cosa vuole dire risolvere esigenze? Niente». 

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Redazione

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