Negli ultimi anni, le società di distribuzione di prodotti finanziari stanno sempre più integrando gli strumenti previdenziali nella loro offerta. Per lungo tempo, la priorità è stata il collocamento di risparmio gestito con un’ottica di lungo termine, mentre l’offerta di soluzioni previdenziali è rimasta marginale nonostante i vantaggi fiscali.
Tuttavia, da qualche anno (e in alcuni casi solo da pochi mesi), la previdenza complementare è diventata una componente essenziale delle proposte ai clienti, indipendentemente dalla loro età.
La domanda: cresce l’interesse o resta una spinta del consulente?
Se l’offerta di soluzioni previdenziali è in espansione, la domanda è altrettanto in crescita? Gli investitori mostrano un reale interesse nell’attivare un piano previdenziale o restano i consulenti finanziari a dover sensibilizzare i clienti sull’importanza di pianificare il futuro?
Secondo Stefano Piantelli, responsabile della direzione prodotti e servizi di Banca Patrimoni Sella & C., la consapevolezza finanziaria dei clienti sta aumentando:
«Negli ultimi anni, l’interesse dei clienti per le soluzioni previdenziali è sicuramente cresciuto, segno di una maggiore consapevolezza dell’importanza di pianificare il proprio futuro finanziario. In particolare, molti clienti desiderano integrare una strategia previdenziale con le loro esigenze di risparmio e investimento e cercano soluzioni che garantiscano stabilità e flessibilità nel lungo termine. Il ruolo centrale del private banker dovrebbe essere di fornire educazione finanziaria alla propria clientela, particolarmente in ambito previdenziale, nel quale le logiche finanziarie di risparmio di medio lungo periodo si sposano con le esigenze assicurative nell’individuare le scelte corrette per pianificare la fase della quiescenza, senza dimenticare l’evoluzione normativa continua», prosegue Piantelli. «È importante ricordare che la previdenza complementare in Italia è ancora particolarmente “giovane”. Dal 2007 a oggi sono infatti passati “solo” poco più di 15 anni, periodo relativamente breve per questo settore. Molti lavoratori prossimi alla pensione, infatti, non hanno avuto materialmente il tempo per costruirsi adeguati patrimoni previdenziali, ma chi oggi entra nel mondo del lavoro avrà molti più anni a disposizione, tre volte tanto quanto avvenuto finora, sfruttando così al meglio il fattore tempo».
Redazione
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