Katharine Neiss, Chief European Economist di PGIM

 

Bce Pepp Lagarde comparto governativo europeo

 

La prossima settimana saranno pubblicate le stime preliminari dell’area euro relative alla crescita del PIL nel terzo trimestre e i dati sull’inflazione per ottobre.  Prevediamo che la crescita del PIL sia leggermente migliorata tra il secondo e il terzo trimestre, riflettendo una ripresa della domanda interna e dei servizi in particolare.

 

Katharine Neiss

Nel complesso, la crescita del PIL per il 2025 dovrebbe attestarsi all’1,3% e l’inflazione appena sopra l’obiettivo del 2,1%.  Nel complesso, la BCE è riuscita a ottenere ciò che altre importanti banche centrali non sono riuscite a ottenere, ovvero una crescita vicina al potenziale e un’inflazione in linea con l’obiettivo.

Questo alimenta la narrativa dell’“obiettivo raggiunto” proveniente dai policymaker europei, che a sua volta rischia di portare a un eccesso di compiacimento.

Ciò è particolarmente preoccupante quando si tratta di riforme necessarie, sia a livello nazionale, come in Germania, sia a livello dell’UE.  All’inizio di quest’anno le ambizioni dei policymaker erano elevate, ma ora sembrano essere in calo.

I mercati saranno particolarmente concentrati sui dati relativi all’inflazione di ottobre. Sebbene l’inflazione sia molto vicina all’obiettivo, ha registrato un trend al rialzo e a settembre ha effettivamente sorpreso al rialzo. Ciò ha alimentato il tono relativamente aggressivo della BCE, che ha escluso ulteriori tagli dei tassi.  Tuttavia, lo slancio dell’inflazione sta diminuendo e i mercati vedono i rischi di inflazione decisamente al ribasso.

È probabile che nel 2026 l’inflazione rimanga ferma al precedente obiettivo della BCE, ovvero “inferiore ma vicina al 2%”.  Il consenso prevede un netto rallentamento dell’inflazione nell’area dell’euro nel mese di ottobre.  Se ciò dovesse verificarsi, potremmo assistere a un cambiamento di tono da parte della BCE verso ulteriori tagli, forse già a dicembre.

Durante la recente fase post-Covid e di inflazione energetica, i policymaker si sono concentrati sul presente. Dovevano farlo perché l’inflazione elevata rischiava di diventare persistente e le previsioni erano imprecise. Ma ora che l’inflazione è in linea con l’obiettivo, i policymaker possono nuovamente guardare oltre l’orizzonte previsionale.  I dati in tempo reale vengono nuovamente esaminati per valutarne il potere predittivo riguardo alle future tendenze inflazionistiche. La domanda è se gli ultimi dati sull’inflazione segnalino un allontanamento dell’inflazione dall’obiettivo simmetrico del 2% fissato dalla BCE.


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