I commenti di Pimco, Franklin Templeton, DWS e Invesco in reazione al meeting della BCE

 

Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO, commenta: “ La Banca centrale europea (BCE) ha tagliato il tasso sui depositi di 25 punti base, dal 3% al 2,75%. La debolezza della crescita e le stime di inflazione al target per quest’anno rendono necessaria una politica dei tassi più vicina alla neutralità, nonostante l‘inflazione interna sia ancora elevata.

Konstantin Veit

Da dicembre la BCE non mira più a una politica sufficientemente restrittiva, ma intende piuttosto adottare un orientamento appropriato.

Pur non fornendo cifre, la scorsa settimana a Davos la Presidente Lagarde ha parlato di un intervallo di politica neutrale tra l’1,75 e il 2,25%.

Il tasso terminale attualmente prezzato intorno al 2% è sostanzialmente in linea con le nostre stime per un tasso di politica neutrale per l’area dell’euro e rappresenta essenzialmente uno scenario di atterraggio morbido.

Data l’incertezza intorno all’intervallo di politica neutrale e l’inflazione interna ancora troppo elevata, è probabile che i tassi di riferimento continuino a scendere verso la neutralità in modo graduale.

Le decisioni rimarranno prese riunione per riunione e il flusso di dati dei prossimi mesi deciderà la velocità e l’entità dell’allentamento monetario da qui in poi.

Riteniamo che la crescita continuerà a risultare più debole di quanto previsto dalla BCE. E vediamo il margine per valutazioni più basse sui tassi terminali da parte dei mercati.”

David Zahn, Head of European Fixed Income di Franklin Templeton, aggiunge: “La Banca centrale europea (BCE) ha ridotto il tasso di deposito di 25 punti base al 2,75%, come previsto. A nostro avviso, prevediamo che i tassi si ridurranno all’1,5% entro la fine del 2025.

Gli analisti prevedono ulteriori tagli, che potrebbero portare il tasso al 2% entro la fine del 2025. L’economia stagnante dell’euro, con una crescita del PIL dello 0,0% nel quarto trimestre 2024, suggerisce la necessità di ulteriori allentamenti monetari.

Sebbene l’inflazione rimanga una preoccupazione, il rallentamento economico è destinato a prendere il sopravvento. Le previsioni di marzo saranno cruciali per confermare la traiettoria di ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE nel corso del 2025.

Una BCE più accomodante dovrebbe sostenere le obbligazioni europee, in particolare il segmento a breve termine del mercato.”

Luca Simoncelli, Investment Strategist di INVESCO Investment Solutions, commenta: “Il quinto taglio al costo del denaro dall’inizio di questo ciclo di aggiustamento della politica monetaria è stato deciso in maniera unanime all’interno del Consiglio direttivo della BCE.
La BCE continua a definire il processo di riduzione dell’inflazione come ben indirizzato e conferma che l’inflazione tornerà al 2% nel corso dell’anno; inoltre, l’attuale politica monetaria viene descritta come restrittiva.
La BCE conferma che il cammino dei prossimi tagli sarà guidato dalle dinamiche dei dati economici, la pubblicazione, proprio oggi, del dato di crescita del PIL nella Zona Euro per il quarto trimestre del 2024, in cui l’economia è risultata stagnante, rafforza le attese del mercato per un ulteriore taglio dei tassi in marzo. 
Il presidente Largarde definisce inoltre i rischi sulla crescita come rischi al ribasso, sottolineando l’incertezza di politica economica globale.
La BCE mantiene un’impostazione di strategia, dove, senza prendere impegni sui prossimi movimenti di politica monetaria, mantiene in essere tutte le condizioni per attendersi una politica generalmente espansiva.
Il dibattito all’interno della BCE sarà più acceso nel corso del secondo trimestre. L’opportunità di portare i tassi al di sotto del livello neutrale, diciamo sotto al 2%, quindi in territorio marcatamente espansivo, oppure di terminare i tagli proprio a quel livello di tasso neutrale, sarà al centro dell’attenzione nei prossimi mesi.
La reazione del mercato è stata piuttosto composta con tassi d’interesse in marginale ribasso sulle principali curve europee. Mentre le attese sui tassi di riferimento sono tra due e tre tagli entro i mesi estivi.”

Ulrike Kastens

E’ il quinto taglio dei tassi consecutivo, conclude Ulrike Kastens, Senior Economist DWS. 

“La BCE mantiene il suo approccio graduale alla politica monetaria e abbassa il tasso di interesse chiave al 2,75%.

La crescente fiducia nel fatto che l’inflazione si stia avvicinando all’obiettivo, consente alla BCE di avere il margine necessario per agire. Un presupposto fondamentale è che la crescita salariale continui a moderarsi, al fine di favorire una riduzione dell’inflazione nei servizi.

I rischi per l’economia sono orientati al ribasso. Tuttavia, la valutazione della situazione economica attuale è risultata molto più preoccupante rispetto all’ultima conferenza stampa di dicembre.

La politica monetaria della BCE rimane restrittiva, sollevando interrogativi sul percorso dei tassi di interesse nei prossimi mesi. Tuttavia, secondo la presidente della BCE, Christine Lagarde, è ancora prematuro discutere di quando fermare i tagli.

La banca centrale continua a concentrarsi sulle prossime proiezioni di marzo e su due dati chiave sull’inflazione attesi a gennaio e febbraio.

Considerata l’elevata incertezza politica, la BCE rimane dipendente dai dati e decide di volta in volta nelle riunioni. Tuttavia, oggi la banca centrale ha aperto ulteriormente la porta a nuovi tagli dei tassi. Guardando al futuro, il tema della “debolezza economica” è destinato a diventare ancora più centrale.

Recentemente, le economie dei paesi core dell’Eurozona hanno registrato una contrazione, con l’eccezione della Spagna. A nostro avviso, ulteriori tagli dei tassi sono all’orizzonte. Raggiungere un tasso neutrale del 2,0% entro giugno 2025 potrebbe rappresentare un obiettivo intermedio importante.”


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