Intervista a Derek Hynes, gestore obbligazionario di Wellington Management

L’impennata dell’inflazione e la conseguente reazione in materia di tassi d’interesse da parte delle banche centrali hanno penalizzato i  corporate bond nel 2022. Cosa vi aspettate per l’anno in corso?
Derek Hynes

Prevediamo che, a livello globale, le obbligazioni societarie genereranno rendimenti totali interessanti nel 2023.

Sebbene le condizioni di liquidità dei mercati finanziari rimarranno probabilmente rigide, prevediamo che il ritmo dei rialzi dei tassi di interesse a breve termine da parte delle principali banche centrali globali rallenterà con l’attenuarsi delle pressioni inflazionistiche, aprendo la strada a una contrazione dei rendimenti delle obbligazioni societarie.

Tuttavia, continuiamo a ritenere che i cambiamenti nelle politiche monetarie delle banche centrali, che ci hanno spinto a ridurre inizialmente l’esposizione al credito a gennaio 2022, rappresentino dei “movimenti tettonici” nel panorama degli investimenti. E che quindi la volatilità degli spread creditizi sia destinata a persistere. Sebbene attualmente solidi, è probabile che i fondamentali delle imprese si indeboliscano nei prossimi 6-12 mesi, prima di vedere emergere gli effetti ritardati delle politiche nell’economia.

Di conseguenza, ci aspettiamo che la dispersione tra gli emittenti di obbligazioni societarie aumenti nel 2023, creando opportunità interessanti per i gestori con una forte capacità di selezione dei titoli.

Pur ritenendo che i tassi di default si avvicineranno ai valori medi di lungo periodo (~4-5%) nei prossimi 12 mesi, non prevediamo un ciclo di default su larga scala all’orizzonte. Privilegiamo l’Europa, rispetto agli Stati Uniti e al Regno Unito, poiché la crescita economica europea si è dimostrata resistente di fronte alle interruzioni delle forniture energetiche e le valutazioni del credito denominato in euro restano interessanti.

Quali tipologie di corporate bond state privilegiando in questa fase di mercato in termini di affidabilità creditizia, duration, settori, aziende?

In questo contesto, ci concentriamo su emittenti che presentano solidi fondamentali creditizi e caratteristiche difensive per limitare la componente di esposizione ciclica del portafoglio, mantenendo al contempo un cuscinetto di liquidità per avere la flessibilità necessaria di apportare ulteriori modifiche alle esposizioni creditizie in caso di ulteriore volatilità degli spread.

In particolare, privilegiamo gli emittenti dei settori bancario, dei consumi non ciclici e delle utility. Per quanto riguarda i titoli al di sotto del livello investment grade, cerchiamo di cogliere le opportunità presenti nel mercato per aggiungere al portafoglio emissioni di alta qualità e con duration corta, evitando al contempo gli emittenti più vulnerabili, che potrebbero finire sotto pressione in caso di nuove ondate di volatilità di mercato ne limitasse l’accesso ai mercati dei capitali.


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.