Intervista a Luca Boffa, Electric Vehicles Revolution, Asia Flessibile – Portfolio Manager di Symphonia SGR

 

Credete che le aspettative di prospettive economiche migliori in molti paesi emergenti contribuiranno ad attenuare il rischio rappresentato dall’aumento dei tassi di interesse globali?
Luca Boffa

Nei decenni di accelerazione della globalizzazione la correlazione tra i cicli economici delle economie sviluppate ed emergenti è andata aumentando. E la trasmissione delle politiche monetarie ha incontrato restrizioni alla libera circolazione dei capitali sempre più labili.

In anni recenti, la crescita economica superiore di molti paesi emergenti, Cina e India in particolare, anche grazie all’investimento occidentale, ha progressivamente accresciuto il peso dei paesi emergenti e delle loro dinamiche economiche, contribuendo decorrelazione e stabilizzazione alla crescita globale.

Il crescente attivismo internazionale cinese, anche attraverso il piano della nuova via della seta, ha attratto alcuni paesi emergenti verso l’orbita cinese, accrescendone il potenziale di crescita nel medio periodo. Ma probabilmente assoggettandoli a un maggior rischio di rallentamento nel breve periodo.

La pandemia prima e la guerra in Ucraina dopo hanno spinto una straordinaria inflazione da offerta di materie prime industriali e agricole, energia, e offerta di lavoro nelle maggiori economie, che le maggiori banche centrali stanno fronteggiando con aumenti di tassi record.

Alcuni paesi emergenti stanno patendo aumenti di inflazione minori. Ma l’aumento dei tassi d’interesse globali sta comunque forzando le loro banche centrali a generosi aumenti di tassi e assorbimento di riserve in valuta estera per contrastare i deflussi di capitale e contenere il deprezzamento delle valute.

La dipendenza dalle politiche monetarie sviluppate è stata finora molto elevata. E al momento ci appare preponderante rispetto alla maggiore crescita attesa in alcuni paesi emergenti. Per un sensibile miglioramento delle prospettive economiche nei paesi emergenti nel loro complesso, e per apprezzarne l’impatto in valute forti, attenderemmo il rallentamento nel passo dei rialzi globali e maggiore visibilità sulla fine della stretta monetaria.

Quali paesi o aree emergenti potrebbero uscire rafforzate in caso di attenuazione o risoluzione delle tensioni geopolitiche in corso?

La lotta per la supremazia tecnologica e militare nel Pacifico tra Stati Uniti e Cina e la guerra russa in Ucraina hanno arrestato la globalizzazione. E contribuito alla fase di crescente polarizzazione tra Usa e Cina, avviata con l’introduzione dei dazi americani dall’amministrazione Trump.

Con la pandemia e la guerra in Ucraina, molti segmenti produttivi hanno dovuto ripensare più radicalmente le catene del valore per ridurre i rischi di approvvigionamento e logistica, riducendo le forniture cinesi e tagliando le relazioni economiche con la Russia.

Non ci attendiamo una rapida risoluzione delle tensioni geopolitiche. E, nell’ipotesi di un miglioramento significativo nell’approccio occidentale verso la Cina o la Russia, vedremmo la riabilitazione economica di questi due paesi a svantaggio dei loro attuali concorrenti, come Messico e Vietnam rispetto alla manifattura cinese, o l’Africa e l’Asia Centrale rispetto all’energia russa.

La ripresa dei contatti commerciali con la Russia aiuterebbe particolarmente un recupero industriale in Est Europa. La distensione nelle relazioni con la Cina potrebbe attenuare il rischio paese di Taiwan, recentemente sfavorito a vantaggio dei paesi sviluppati per gli investimenti in elettronica.

Calate le tensioni sui prezzi di energia e materie prime, una congiuntura monetaria meno restrittiva tornerebbe favorevole per tutti i paesi emergenti importatori di risorse e particolarmente esposti ai deflussi di capitali, come Corea del Sud e Asia Sudorientale.


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.