Mario Draghi arriva alla guida dell’Italia con un’ottima reputazione tra gli investitori internazionali. Il suo periodo a capo della BCE gli ha dato grande credibilità: ha salvato l’Eurozona da una possibile rottura nel 2012 con la sua famosa frase “whatever it takes”.

E successivamente ha condotto la politica monetaria con un pragmatismo che contrastava con il dogmatismo di alcuni dei suoi predecessori…
Questo è il motivo per cui c’era molta speranza tra i mercati quando è stato nominato. Lo spread a dieci anni tra i titoli di Stato italiani e tedeschi si è ridotto di quasi 40 punti base. E la Borsa di Milano ha guadagnato quasi il 10% in poche sedute.
Quindi, lo scenario favorevole sembra essere già, in qualche misura, scontato per i mercati. Per andare oltre, gli investitori dovranno giudicare a pezzetti.
Mario Draghi sarà quindi giudicato nei prossimi mesi sulla sua capacità di dispiegare efficacemente il piano da 210 miliardi di euro del piano europeo di rilancio (80 miliardi di sussidi e il resto in prestiti a basso tasso, per un totale di quasi l’11% del PIL italiano).
Questo piano dovrebbe in definitiva migliorare il potenziale di crescita del Paese. Dovrebbe basarsi sul piano “Next Generation Italia” presentato da Giuseppe Conte prima di lui, che ha definito alcuni settori prioritari: transizione energetica, infrastrutture e digitale (diffusione del 5G in particolare).
I titoli quotati legati a questi settori dovrebbero quindi performare abbastanza bene.
Ma Mario Draghi dovrà anche affrontare la modernizzazione della pubblica amministrazione, troppo importante e non abbastanza efficace. Con un focus particolare che dovrà essere portato a migliorare notevolmente il sistema educativo, molto importante per il futuro del Paese.
E infine, la sua credibilità sarà giudicata anche sulla sua capacità di assicurare che gli importi di questo piano non si perdano.
Stefania Basso
Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.

