Il mercato biotech comprende la produzione di prodotti e servizi basati su organismi viventi e sui loro processi. Attualmente il valore del settore è stimato in circa 1,7 trilioni di dollari con un Cagr di quasi il 14% tra il 2024 e il 2030. Il fatturato mondiale nel 2030 è previsto a oltre 3,8 trilioni di dollari.

I driver sono molteplici: da un lato, ci sono la crescente domanda di farmaci innovativi e di terapie personalizzate, alimentata anche dall’invecchiamento della popolazione, dall’altro, l’aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo da parte di governi e aziende private. 

Sulla base delle applicazioni, il mercato biotech mostra una netta prevalenza del comparto legato alla salute (oltre il 50% nel 2023) grazie alla produzione di farmaci biologici, dispositivi diagnostici, terapie cellulari e geniche. Seguono l’agroalimentare, dove le biotecnologie vengono impiegate per migliorare la resa delle colture, la resistenza alle malattie e la qualità nutrizionale dei prodotti, e il segmento industriale, con lo sviluppo di enzimi, biomateriali e biocombustibili per processi produttivi più sostenibili.

Anche in Italia il mercato biotech è in crescita, con oltre 800 imprese e 13.700 addetti, che nel 2022 hanno generato un fatturato superiore a 13 miliardi di euro. Il nostro Paese presenta diverse opportunità di sviluppo in questo settore, grazie all’eccellenza della ricerca e alla presenza di un ecosistema di startup e Pmi dinamico.

Tuttavia, le biotecnologie non sono esenti da sfide, tra le quali l’alto rischio e i lunghi tempi di sviluppo per i nuovi prodotti, la complessità della regolamentazione, la concorrenza elevata e l’accesso al capitale. Per questo motivo, gli investimenti in tale segmento devono essere attentamente valutati, considerando, sia i potenziali alti rendimenti, sia i rischi associati.