Intervista a Mario Cribari, Partner e responsabile della strategia e ricerca di BlueStar Investment Managers

 

Quali sono i fattori che hanno penalizzato la performance dei bond emergenti negli ultimi mesi?
Mario Cribari

Numerosi fattori hanno penalizzato i bond emergenti: il rialzo generalizzato dei tassi di interesse e le politiche restrittive delle banche centrali in conseguenza del nuovo ciclo inflazionistico globale; la forza del dollaro che generalmente rende più oneroso il finanziamento delle obbligazioni emesse in valuta locale; l’aumento della volatilità di mercato legata dapprima alla crisi pandemica e poi alla guerra in Ucraina; la crisi immobiliare in Cina, o meglio la crisi societaria di alcune grandi aziende cinesi nate dapprima come società immobiliari e diventate poi, a causa di scarsi controlli, dei conglomerati con elevata leva finanziaria; le politiche scellerate di alcuni, pochi, Paesi come la Turchia dove l’indipendenza della banca centrale è stata seriamente messa in dubbio dagli interessi del governo.

Quale asset allocation per regioni/paesi/scadenze/rating state prediligendo e quale evoluzione ritenete sia plausibile nei prossimi mesi per l’universo delle obbligazioni emesse dai paesi emergenti?

Riteniamo che i bond emergenti rappresentino, nel medio lungo termine, uno dei pochi segmenti interessanti del comparto obbligazionario ammesso che vengono selezionati oculatamente.

Il picco della forza dollaro dovrebbe ormai essere stato raggiunto, il peggio per la crisi pandemica dovrebbe ormai, auspicabilmente, essere alle spalle, la crisi immobiliare cinese impiegherà tempo per essere risolta ma è stata gestita in maniera molto efficiente dal governo, il violento reset delle aspettative sui tassi di interesse è probabilmente terminato, almeno per il 2022.

Ci piacciono in particolare le obbligazioni investment grade a media scadenza in Asia, in dollari e valuta locale, e quelle high yield globali, compresi alcuni mercati di frontiera selezionati, che sono spesso anche esportatori di materie prime, non sono eccessivamente indebitati, beneficiano di alta crescita economica e hanno classi politiche migliori che in passato.

Da molto tempo siamo investiti inoltre in obbligazioni governative cinesi (di per sé non definiamo emergenti) che per una serie di ragioni consideriamo sostitute, a tendere, dei Treasury americani e che hanno dimostrato negli ultimi trimestri, a differenza di questi ultimi, la loro funzione di hedge naturale alla volatilità di mercato.


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.