Apertura debole per le borse europee nonostante il taglio tassi della Fed. In calo anche Wall Street. Spread Btp/Bund a 168 pts
Aggiornamento sui mercati a cura di UniCredit
Apertura debole per le borse europee all’indomani del taglio a sorpresa dei tassi da parte della Fed e del calo di Wall Street, con Piazza Affari che cede circa lo 0,50% nelle prime battute. Negativi i titoli bancari, Ferrari, Leonardo, Juventus e Atlantia. Positiva Exor per la vendita di PartnerRE.
Banco BPM (EUR 1,705): l’AD Castagna spiega che il piano industriale presentato al mercato ieri contiene “margini importanti” sui costi in grado di compensare eventuali rallentamenti sui ricavi. In tema di M&A il banchiere ribadisce la visione “standalone” del piano e di non aver alcun colloquio con Ubi Banca su eventuali mosse M&A.
Cattolica Assicurazioni (EUR 6,35): secondo il Sole 24 Ore, i soci dissidenti starebbero ragionando sull’opportunità di promuovere un’azione di responsabilità contro il CdA della compagnia anche alla luce del calo del titolo in borsa provocata dalla rimozione dell’ex AD Minali lo scorso ottobre.
Exor (EUR 63,30): la holding della famiglia Agnelli ha annunciato di aver siglato un memorandum of understanding con la francese Covea per la vendita per USD 9 mld di PartnerRe, la compagnia di riassicurazione con sede alle Bermuda interamente di proprietà di Exor che aveva acquistato nel marzo 2016 per una somma di USD 6,72 mld.
Mediaset (EUR 2,01): ha volontariamente deciso di ritirare il deposito del progetto di fusione eseguito il 5 febbraio 2020 presso la Dutch Chamber of Commerce per svolgere le necessarie verifiche e procedere poi a un nuovo deposito. La decisione segue la minaccia di nuove azioni legali da parte di Vivendi in Olanda contro il progetto MfE.
Ieri la Federal Reserve con una mossa a sorpresa ha tagliato il costo del denaro di 50 punti base per proteggere l’economia dall’impatto del coronavirus. Ora i tassi Usa sono scesi tra l’1-1,25%, ma la risposta da parte di Wall Street è stata negativa dopo il rimbalzo della vigilia, con Dow Jones che ha perso il 2,94%, S&P 500 -2,81% e Nasdaq 100 a -3,19%. Tra le Blue Chips, pesanti Exxon Mobil (-4,79%), JPMorgan Chase (-3,75%) e American Express (-5,15%). SVB Financial ha fatto registrare un crollo dell’8,36%, Unum Group -8,99% e Charles Schwab -8,77%.
Borsa di Tokyo cauta, a dispetto del taglio dei tassi di 50 bp annunciato alla vigilia dalla Fed, con l’indice Nikkei 225 che ha chiuso la seduta con una variazione di appena +0,08. La mossa fuori dagli schemi è stata la prima dal 2008. E forse proprio questa urgenza della Fed ha frenato l’azionario: gli investitori speravano in una ondata di liquidità, ma il suo arrivo ha probabilmente certificato come i rischi che corre l’economia siano importanti. Balza invece la borsa di Seoul, con un rialzo di oltre 2,3%. Shanghai fa +0,20%, Hong Kong -0,17%, ancora peggio Sidney, -1,71%. Anche Hong Kong ha tagliato stamane i tassi di 50 bp dopo la mossa anticoronavirus a sorpresa della Fed. Il costo del denaro è sceso così all’1,50%.
Cina: dopo il minimo storico registrato per il Pmi manifattura cinese sulla scia del coronavirus, l’analogo indicatore relativo al comparto dei servizi ha visto a febbraio una nuova doccia fredda portandosi a 26,5 pts dopo il 51,8 del mese precedente, al livello più basso dall’inizio della serie.
Cambi: Eur/Usd a 1,1130. Il dollaro galleggia sui minimi di 5 mesi nei confronti dello yen dopo il taglio dei tassi della Fed.
Commodities: in rialzo il petrolio stamane (il Wti +1% a USD47,70 al barile) sulle speranze che i principali produttori raggiungano un’intesa per ulteriori tagli alla produzione per contrastare il calo della domanda provocato dal coronavirus.
Obbligazionario: il Bund future segna stamane un rialzo di 27 tick a quota 178,01, mentre lo spread Btp/Bund 10y è a 168 pb, con il tasso del Btp decennale che rende l’1,03%.
Macroeconomia: in arrivo in mattinata la lettura di febbraio dell’indice Pmi servizi e composito dei Paesi di Eurozona. In Italia l’Istat diffonde la lettura finale del Pil del quarto trimestre, che dovrebbe confermare il tonfo registrato dalla stima preliminare pari a -0,3% a livello congiunturale, il peggior risultato trimestrale dai primi 3 mesi 2013. Attenzione oltreoceano anche per i dati sul settore privato Usa di febbraio con attese per un incremento di 170.000 unità dopo il +291.000 di gennaio.
Germania: le vendite al dettaglio hanno messo a segno a gennaio un rialzo di 0,9% su mese (+1,8% su anno) a fronte di attese per un +1%.
Redazione
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