Intervista a Michael Arno, CFA, Associate Portfolio Manager & Senior Research Analyst, Global Fixed Income at Brandywine Global (parte del gruppo Franklin Templeton)

 

franklin templeton sui bond e sull'economia e i consumi

Quali fattori hanno penalizzato la performance delle obbligazioni dei mercati emergenti negli ultimi mesi?
Mike Arno

Da oltre un anno, i rendimenti nella maggior parte dei mercati emergenti locali stavano già registrando un incremento rispetto a livelli storicamente bassi.

Questo aumento è stato guidato dalla normalizzazione volta a rimuovere la politica di emergenza attuata durante il COVID. Negli ultimi mesi, tuttavia, abbiamo assistito ad un’accelerazione.

Il motivo principale è dovuto alle crescenti pressioni inflazionistiche nei settori dell’energia, del cibo e dei trasporti, simili a quanto stiamo vedendo nei mercati sviluppati. In precedenza, le pressioni inflazionistiche erano legate a una politica fiscale e monetaria accomodante, che ha portato i consumi ad un livello superiore al trend in alcuni mercati in un momento in cui l’economia globale stava affrontando problemi e carenze della catena di approvvigionamento.

Mentre permangono questi problemi di approvvigionamento, l’inflazione ha registrato un’accelerazione con la guerra Ucraina-Russia che ha prodotto un ulteriore incremento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari. Inoltre, poiché la guerra ha un impatto sui mercati agricoli globali, c’è un notevole rischio che i prezzi dei prodotti alimentari rimangano elevati nei prossimi mesi.

L’inflazione raggiunge un livello ben superiore degli obiettivi della banca centrale. Le banche centrali hanno risposto accelerando il ritmo dell’aumento dei tassi nel tentativo di arginare l’inflazione attuale e di mantenere le aspettative di inflazione nei prossimi uno o due anni.

Le banche centrali hanno incrementato i tassi ufficiali al punto da raggiungere i massimi del decennio in paesi come Cile, Repubblica Ceca e Polonia. Mentre altri hanno iniziato a registrare un’accelerazione dei tassi. L’altro fattore è legato al repricing al rialzo della politica della Federal Reserve statunitense, che porta a un aumento dei Treasury lungo la curva.

Questo rialzo della curva dei Treasury spinge in varia misura anche i tassi nei mercati emergenti locali. Con il backup dei rendimenti dei Treasury unito alla guerra, abbiamo assistito ad un calo del 9-10% nei mercati emergenti in valuta forte (denominati in USD) durante il primo trimestre, che è un calo significativo per un solo periodo di tre mesi.

Quale asset allocation per regione/paese/scadenza/rating state preferendo e come pensi che si svilupperà l’universo delle obbligazioni dei mercati emergenti nei prossimi mesi?

La maggior parte della nostra esposizione odierna nei mercati emergenti locali è espressa attraverso i mercati valutari, insieme ad alcune esposizioni obbligazionarie selezionate. Vediamo due opportunità in questo momento.

La prima riguarda le obbligazioni di selezionati paesi produttori di materie prime dell’America Latina, date le condizioni di scambio favorevoli ed i cicli aggressivi di rialzo dei tassi. L’aggressivo rialzo dei tassi sta lasciando il posto a un interessante carry nominale in alcuni di questi paesi, soprattutto rispetto ad un anno fa.

La seconda riguarda le opportunità valutarie nei paesi CE3 di Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria. I premi di rischio sono tuttavia elevati a causa della guerra nella vicina Ucraina e prevediamo una certa volatilità fino a quando i negoziati non porteranno alla fine del conflitto.

Alcuni mercati obbligazionari locali stanno cominciando ad essere sempre più attraenti con il backup dei rendimenti nominali. Al momento, ci piace la duration dei mercati emergenti in valuta locale in diversi paesi dell’America Latina. Ad un certo punto, anche i tassi CE3 potrebbero essere interessanti con i rendimenti nominali che spingono i massimi da 7 a 10 anni. Sulla base dei tassi di interesse reali, i rendimenti sono tuttavia ancora da bassi a negativi dati gli attuali livelli di inflazione.

Siamo alla ricerca di segnali che le pressioni inflazionistiche potrebbero attenuarsi, sia da un rallentamento dell’economia che da un calo dei prezzi di cibo ed energia. Il che consentirebbe alle banche centrali di cambiare politica per ridurre i tassi. Con l’inflazione ben superiore all’intervallo target nella maggior parte dei paesi dei mercati emergenti, riteniamo che il processo di taglio dei tassi potrebbe essere ritardato fino alla fine di quest’anno o nel prossimo anno.

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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.