Il debito in valuta forte emesso da questi tre paesi latinoamericani può offrire ancora soddisfazioni agli investitori. Joseph Mouawad, gestore di Carmignac portfolio emerging patrimoine e Carmignac portfolio EM debt

Quali sono i fattori che hanno penalizzato la performance dei bond emergenti negli ultimi mesi?
I mercati sono stati pesantemente colpiti dall’invasione russa dell’Ucraina. Pertanto, gli asset russi, così come tutti gli indici emergenti, sono crollati drasticamente a causa dei contraccolpi. Il prezzo di un titolo di stato russo denominato in euro con scadenza nel 2036 è sceso da 100 centesimi a meno di 40 centesimi in pochi giorni e quello di Gazprom 2027 da 100 a 30 centesimi.
Questi sono solo alcuni esempi della gravità del fenomeno di destabilizzazione dei mercati, che incrementa la possibilità di default anche per emittenti con fondamentali molto solidi (fonte: Bloomberg, 25/02/2022). I mercati sono stati influenzati anche dall’applicazione di sanzioni sia contro che da parte della Russia.
Gli asset legati alle materie prime hanno sofferto le conseguenze del conflitto nonostante l’aumento dei prezzi delle commodity, a seguito dell’intensificarsi dei timori di recessione e stagflazione sui mercati, mentre le prospettive di crescita sono state messe in discussione.
Ad ogni modo, le trattative di fine marzo con la delegazione ucraina hanno generato alcuni segnali positivi, visto che il rischio di un’ulteriore escalation della guerra si è ridotto, anche se molte incognite persistono (il ritiro delle truppe russe, la gestione dei territori sotto il controllo russo, quali Stati garantiranno la neutralità dell’Ucraina, etc.).

Quale asset allocation per regioni/paesi/scadenze/rating state prediligendo e quale evoluzione ritenete sia plausibile nei prossimi mesi per l’universo delle obbligazioni emesse dai paesi emergenti?
A seguito delle recenti tensioni geopolitiche, i paesi esportatori di materie prime stanno registrando un miglioramento delle condizioni contrattuali e le loro valute sono ancora piuttosto convenienti dopo anni di sottoperformance.
Quindi, l’Africa e, soprattutto, l’America Latina sono ben posizionate per trarre vantaggio da questo contesto nei prossimi mesi, grazie all’aumento dei prezzi delle “soft commodity” (mais, soia, ecc.) dovuto alle perturbazioni della produzione in Ucraina, uno dei maggiori produttori di grano e mais su scala mondiale.
In questo contesto, i primi asset ad aver reagito sono le valute locali dell’America Latina, strettamente correlate ai cicli delle materie prime. Gli FX LATAM hanno di fatto sovraperformato le altre regioni emergenti, soprattutto al culmine delle crisi (ma non solo). Questa ripresa ha favorito la performance dei nostri fondi grazie al posizionamento long (nei fondi che consentono strategie FX).
Inoltre, le banche centrali della regione sono state le prime a terminare l’allentamento monetario e sono potenzialmente alla fine del loro ciclo di rialzo dei tassi e di inasprimento. A nostro avviso, tale prospettiva sui rendimenti sosterrà gli asset locali nel medio-lungo termine.
Tenendo conto di questo, in America Latina ci concentriamo principalmente su Brasile, Cile e Messico per quanto riguarda il debito in valuta forte, i tassi locali e l’FX.
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

