Preferiamo mantenere un sottopeso su tutti I titoli di stato, Btp inclusi. Frédéric Dodard, head of portfolio management, ISG*, EMEA, State Street Global Advisors

 

L’arrivo di Mario Draghi alla presidenza del consiglio dei ministri, cui spetterà tra l’altro pianificare gli investimenti dei fondi provenienti dal Recovery Fund, sembra piacere ai mercati e andare nella direzione giusta. La Borsa di Milano riuscirà nei prossimi anni a trarre beneficio da questo contesto? Quali settori del listino milanese ritenete sia opportuno sovrapesare?

 

L’intero settore azionario europeo è più esposto ai settori value e ciclici ed è vulnerabile alle conseguenze della crisi dell’Eurozona e, considerando l’impatto negativo di questa crisi sui titoli finanziari europei, negli ultimi dieci anni ha riportato una sottoperformance piuttosto elevata rispetto all’azionario statunitense.

 

Con una prolungata ripresa economica sostenuta da un rischio politico più contenuto e da minori rischi di deflazione, potremmo iniziare ad assistere a un miglioramento dello scenario europeo negli anni a venire. Quando l’aumento dei tassi d’interesse è associato a una maggiore crescita e a un’inflazione più elevata, può essere anche un elemento di supporto per i mercati azionari europei.

In questo momento, continuiamo a favorire le azioni statunitensi e dell’area del Pacifico rispetto a quelle dell’Eurozona, mentre tra i paesi della regione, l’Italia presenta un’attrattività relativa media rispetto ad altri mercati europei.

 

Per quanto riguarda i settori, privilegiamo un approccio globale e regionale e attualmente nei nostri portafogli europei prediligiamo un’allocation tattica ai seguenti segmenti: Information Technology, servizi di comunicazione e settore energetico, i cui titoli sono ben rappresentati sulla borsa italiana.

 

Nel complesso, continuiamo a preferire nettamente le azioni e le obbligazioni corporate (investment grade e high yield) ai titoli di Stato. Siamo anche ampiamente sovrappesati sulle commodity, dal momento che le riteniamo interessanti.

 

Sul versante dei titoli di stato italiani, molti esperti ritengono che ci sia spazio per un ulteriore compressione dello spread? Siete d’accordo con questa view? Su quali scadenze e tipologie di titoli di stato italiani ritenete opportuno focalizzare l’attenzione?

 

Effettivamente esisteva un premio per il rischio politico incorporato nei bond italiani. Gran parte di questo premio si è ridotto e attualmente le valutazioni delle obbligazioni italiane sono molto più in linea con i fondamentali sottostanti e anche lo spread tra il BTP decennale e il Bund a 10 anni dovrebbe continuare ad avvicinarsi al range tra i 60 e i 100 punti base.

Dalla fine dell’anno scorso anche i rendimenti globali hanno registrato un aumento e con la riapertura delle economie ci aspettiamo che la pressione sui rendimenti continui. La BCE ha ribadito il proprio impegno relativo al programma di acquisto di asset e questo dovrebbe contribuire a far sì che il rialzo dei tassi nell’Eurozona resti contenuto, ma nei nostri portafogli tattici siamo significativamente sottopesati ai titoli di Stato (compresi i BTP). Prediligiamo altre asset class come azioni, commodity, credito, con una preferenza per le obbligazioni high yield.

 

Per quanto riguarda l’universo dei titoli di Stato, preferiamo quelli a scadenza più breve in modo da evitare di assumere un significativo rischio legato ai tassi di interesse che non è ben ricompensato nell’attuale contesto caratterizzato da rendimenti bassi.

 


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Rocki Gialanella

Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.