Se il petrolio ha alimentato l’ascesa del XX secolo, il XXI secolo è sempre più influenzato dai materiali strategici. Daniel Lurch, Lead Portfolio Manager di J. Safra Sarasin

Dall’inizio del 2025, le società lungo la catena del valore dei materiali strategici hanno registrato performance relativamente superiori rispetto al mercato nel suo complesso. Tuttavia, è importante comprendere la natura ciclica delle società metallurgiche e minerarie e i rischi che ne derivano. In un contesto di recessione, i prezzi, i volumi e i flussi di cassa possono subire pressioni. Storicamente, tuttavia, i materiali sono stati spesso tra i primi settori a registrare una ripresa quando le tendenze di mercato tornano positive. Dal punto di vista degli investimenti, l’aspetto chiave consiste nel bilanciare la consapevolezza dei fattori strutturali con una gestione disciplinata dei rischi ciclici.
Un approccio a gestione attiva può offrire l’opportunità di investire in segmenti più difensivi della catena del valore dei materiali strategici per mitigare il rischio in caso di significativo peggioramento del contesto macroeconomico. Ad esempio, le utility regolamentate che costruiscono e gestiscono reti elettriche necessitano di quantità significative di rame e beneficiano di contratti a lungo termine che proteggono i loro guadagni durante le fasi di recessione.
Oggi, l’importanza dei materiali strategici si basa su una combinazione unica di potenziale di diversificazione e forti fattori di crescita strutturale. Le aziende lungo la catena del valore dei materiali strategici offrono opportunità significative per un decennio di sviluppo delle infrastrutture energetiche, digitali e fisiche a livello globale.
Materiali strategici e geopolitica
Con l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche, garantire forniture affidabili è diventata una priorità. Le supply chain per molti di questi materiali sono altamente concentrate e il 2025 ha portato ulteriori iniziative politiche e l’annuncio di progetti su larga scala:
Coordinamento del G7: il lancio del Piano d’azione sui minerali critici a metà del 2025 per rafforzare la resilienza della catena di approvvigionamento.
Stati Uniti: impegni da miliardi di dollari da parte del Dipartimento della Difesa per aumentare la produzione nazionale di terre rare e ridurre la dipendenza dalla Cina.
Unione Europea: Critical Raw Materials Act fissa l’obiettivo di soddisfare almeno il 10% della domanda dell’UE con l’estrazione interna e il 40% con la lavorazione regionale entro il 2030.
Cina: i controlli più severi sulle esportazioni di terre rare annunciati nell’ottobre 2025 rafforzano la natura strategica del mercato, poiché il Paese domina la raffinazione con il 91% della produzione globale.
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

