A cura di Wenli Zheng, Portfolio Manager, China Evolution Equity Strategy, T. Rowe Price

 

Cina

 

Le azioni cinesi hanno sovraperformato l’S&P 500 e la maggior parte dei mercati sviluppati da inizio anno, sfidando la volatilità legata alle notizie sui dazi statunitensi. L’indice MSCI China ha registrato guadagni superiori al 30% da inizio anno, sostenuto dal cambio di rotta delle politiche, dall’emergere di nuovi motori di crescita e da sviluppi geopolitici migliori del previsto.

Wenli Zheng

La leadership in termini di performance si è concentrata su tecnologia, industriali e alcuni titoli legati al consumo, evidenziando una crescente fiducia nella resilienza della crescita domestica. Nonostante il rumore esterno, l’andamento del mercato nel 2025 lancia un messaggio chiaro: i fondamentali – non la geopolitica – restano i principali driver della performance azionaria cinese.

 

Scenario domestico — Dal deleveraging all’espansione: il cambio di rotta delle politiche

La svolta politica di settembre 2024 ha segnato la fine del ciclo di deleveraging del settore immobiliare cinese e l’inizio di una nuova fase espansiva. Nel corso del 2025, l’impatto è diventato evidente: le condizioni del credito si sono normalizzate, la spesa fiscale si è orientata verso produttività e innovazione, e il sentiment del settore privato è migliorato. L’impostazione monetaria resta accomodante, con ampia liquidità e misure di credito mirate a favore delle piccole imprese e dei settori strategici, ponendo le basi per una crescita più sostenibile fino nel 2026.

 

Scenario macro esterno — Stabilità dopo la volatilità

A livello globale, le condizioni si sono stabilizzate dopo le turbolenze legate ai dazi dell’inizio 2025. La risposta politica misurata della Cina e i suoi legami commerciali diversificati hanno contribuito ad attenuare l’impatto. Dopo vari cicli di dialogo, le tensioni si sono raffreddate e il vertice Donald Trump–Xi Jinping ha portato a una nuova riduzione dei dazi e all’estensione di un anno della tregua commerciale. Inoltre, le visite di Stato reciproche previste per il 2026 dovrebbero favorire un contesto diplomatico più prevedibile. Per gli investitori, questo cambiamento si traduce probabilmente in minore volatilità esterna e in maggiore spazio affinché i fondamentali domestici guidino i rendimenti azionari.

 

Driver di crescita strutturale

Come evidenziato nelle recenti riunioni del Quarto Plenum, la prossima fase di espansione della Cina sarà trainata da innovazione e domanda interna. Il successo di DeepSeek ha mostrato le crescenti capacità del Paese nell’intelligenza artificiale (AI), nonostante i vincoli sui semiconduttori, affiancandosi a veicoli elettrici e biotecnologie come ambiti di competitività globale. L’allineamento delle politiche a sostegno di questi settori — supportato da investimenti nelle infrastrutture digitali e da incentivi all’imprenditorialità — dovrebbe sostenere la crescita della produttività nel medio termine.

Parallelamente, i consumi continuano ad ampliarsi. Piattaforme scalabili e marchi leader stanno intercettando la spesa discrezionale attraverso tecnologia e coinvolgimento degli utenti, mentre i settori tradizionali stanno migliorando la redditività grazie al nuovo quadro anti-involution, volto a contrastare l’eccessiva competizione.

L’agenda anti-involution del governo ha iniziato a plasmare i comportamenti industriali: disciplina della capacità produttiva e consolidamento stanno rafforzando il potere di determinazione dei prezzi nei materiali, nella manifattura e nelle infrastrutture di telecomunicazione. Questi aggiustamenti dovrebbero sostenere un ciclo di profitti più sano, centrato su efficienza e disciplina del capitale.

Come cogliere le opportunità emergenti in Cina

I consumi domestici restano un pilastro fondamentale della storia di crescita strutturale di lungo periodo della Cina. L’aumento dei redditi familiari, un sentiment dei consumatori più solido e il sostegno delle politiche ai servizi urbani stanno creando una base di spesa più resiliente. China Resources MixC, H World, Kanzhun e Tencent Music sono esempi di franchising scalabili con vantaggi competitivi solidi e flussi di ricavi ricorrenti. I loro ecosistemi integrati e la capacità di intercettare traffico dei consumatori, sia online sia offline, li hanno sostenuti attraverso molteplici cicli di mercato.

Ninebot e Loncin mostrano la forza di un modello di consumo trainato dall’innovazione in Cina. La loro capacità di commercializzare rapidamente nuovi design e di connettersi con le fasce demografiche più giovani li posiziona per un’espansione dei cicli di prodotto sia sul mercato domestico sia su quelli esteri.

Anche la tecnologia resta un importante motore di produttività e di performance azionaria strutturale. L’ecosistema dell’innovazione in Cina – che comprende AI, semiconduttori, manifattura avanzata ed energia pulita – sta entrando in una fase di adozione commerciale accelerata. Con la Cina continentale e Taiwan al centro della catena di fornitura globale dell’AI, ci concentriamo su aziende che hanno dimostrato guadagni di quota di valore, piani credibili di migrazione tecnologica e vantaggi di costo difendibili.

Oltre al software e allo sviluppo dei modelli, vediamo opportunità anche nei componenti tecnologici, come laminati in rame e substrati, dove la crescente domanda di AI potrebbe mettere sotto pressione la capacità, riducendo l’offerta e sostenendo così la redditività negli ecosistemi hardware. L’industria dei sistemi avanzati di assistenza alla guida, in Cina, sta ora crescendo rapidamente, ripercorrendo la curva di adozione dei veicoli elettrici degli ultimi anni.

Con l’evoluzione degli standard normativi e l’aumento delle aspettative dei consumatori in termini di sicurezza e automazione, i fornitori domestici di sensori, controller e software di integrazione stanno acquisendo rilevanza globale. Queste aziende sono destinate a svolgere un ruolo importante nella prossima grande S-curve industriale della Cina.

 

Anti-involution

A nostro avviso, i settori tradizionali stanno diventando più attraenti, poiché la campagna anti-involution del governo mira a ristabilire un equilibrio nella dinamica domanda/offerta. L’attenzione su consolidamento, disciplina della capacità produttiva e ritorno sul capitale sta rimodellando il panorama competitivo in ambiti come pannelli LCD, alluminio, rame e torri di telecomunicazione. Questi settori stanno generando flussi di cassa più robusti, migliorando i payout e dimostrando resilienza dei prezzi dopo anni di compressione dei margini.

Sebbene la solidità di queste aziende non dipenda esclusivamente dalle politiche, il passaggio verso una competizione più razionale e un’efficienza maggiore ha creato una base industriale più sana e interessante. Consideriamo queste società come complementi naturali alle partecipazioni growth, offrendo potenziale per stabilità ciclica, generazione di reddito ed esposizione al focus continuo della Cina sull’efficienza del capitale.

Tra consumi, tecnologia e razionalizzazione industriale, osserviamo un mercato azionario in evoluzione verso qualità, innovazione e allocazione disciplinata del capitale. Questa trasformazione sta ampliando la gamma di opportunità d’investimento e può offrire agli investitori a lungo termine sia crescita strutturale sia benefici di diversificazione, man mano che il mercato azionario cinese matura.

In conclusione

Ci aspettiamo uno scenario macroeconomico stabile o moderatamente in miglioramento nel 2026. Le valutazioni rimangono favorevoli e, cosa più importante, stiamo individuando storie di crescita strutturale che riteniamo possano sovraperformare. Le politiche continuano a favorire produttività e innovazione, mentre i bilanci aziendali sono più solidi e la visibilità sugli utili sta migliorando.

Stiamo osservando opportunità emergere nei settori della tecnologia, dei consumi e nella razionalizzazione dei settori tradizionali. Man mano che la Cina progredisce dal deleveraging verso un’espansione disciplinata, restiamo concentrati sull’identificazione di aziende durature, ben posizionate per beneficiare della prossima fase dell’evoluzione economica del Paese.


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Redazione

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