Cina, investimenti in calo ma crescita al 5%. L’obiettivo di crescita del 5% per il 2025 è quasi raggiunto, ma il ritmo dell’economia sta rallentando con un sorprendente calo degli investimenti. Guillaume Tresca, Global Emerging Markets Strategist presso Generali AM

La crescita del PIL nel 2025 si avvicina al raggiungimento, ma il ritmo dell’attività economica si è indebolito a partire da luglio, indicando che la domanda interna rimane debole. Gli ultimi indicatori di ottobre hanno evidenziato un peggioramento su tutti i fronti, con un sorprendente rallentamento della produzione industriale e una stabilizzazione delle vendite al dettaglio. Nel frattempo, il programma di sussidi del governo sta per concludersi.
La vera sorpresa è stata il crollo degli investimenti, non solo nel settore immobiliare, ma anche in quello manifatturiero e delle infrastrutture
La nuova strategia antinflazione adottata dal governo, insieme alla fine degli stimoli fiscali, sono i principali fattori alla base di questa situazione. Almeno l’inflazione mostra alcuni segnali di miglioramento: si registra una ripresa dell’indice dei prezzi al consumo core e una diminuzione della deflazione dei prezzi alla produzione.
I politici hanno annunciato a fine ottobre nuove misure mirate, tra cui finanziamenti per progetti speciali e nuove emissioni di obbligazioni, i cui effetti si manifesteranno nel tempo. In considerazione dell’impegno a raggiungere gli obiettivi di crescita, è probabile che alcune di queste misure vengano adottate a livello provinciale, come ad esempio i coupon di consumo, già sperimentati nel Guangdong.
Analogamente, per quanto riguarda il settore immobiliare, il governo ha annunciato che sovvenzionerà i prestiti ipotecari, come già fatto con i prestiti al consumo all’inizio di quest’anno. Tuttavia, il sussidio è modesto, quindi l’impatto sul settore immobiliare sarà limitato, considerando che i rendimenti ipotecari sono già bassi e le condizioni finanziarie favorevoli.
La fine dell’anno si preannuncia come un periodo molto intenso, con la riunione del Politburo e la Conferenza centrale sul lavoro economico (CEWC).
Verranno rivelati i primi indizi sul target di crescita del PIL per il 2026 e sulle misure di politica economica, in particolare per quanto riguarda la politica fiscale. È improbabile che si registri un cambiamento significativo nel target di crescita, che rimarrà vicino al 5%.
Tuttavia, data la recente dinamica dell’attività economica, sarà necessario un maggiore sostegno fiscale per raggiungere questo obiettivo, probabilmente attraverso l’emissione di bond e misure quasi-fiscali, molto probabilmente nel primo trimestre del prossimo anno. Ci aspettiamo che altre misure si concentrino sulla crescita dei consumi e sul welfare sociale. Dovrebbe esserci un rinnovato impegno sull’innovazione per raggiungere l’autosufficienza tecnologica.
Redazione
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