Con masse gestite che hanno superato 1,2 miliardi di euro, Sandro Berra di Fideuram-Intesa Sanpaolo Private banking, è uno dei più importanti consulenti finanziari italiani. Dopo diversi anni come bancario presso la Banca Popolare Commercio e Industria e il Banco Desio, nel 2002 Berra ha fatto il grande salto e ha aperto il suo studio a Rho. Da allora è stata una crescita continua.

Il suo successo è frutto della capacità di stabilire rapporti di lungo termine con i clienti, sviluppando una rete di conoscenze che ha premiato sul lungo periodo. Così come è stata fondamentale la costruzione di un gruppo di nove persone, delle quali cinque sono consulenti finanziari: è uno dei pochi casi in Italia di advisor capace di lavorare in team. «C’è un concetto base nella mia attività che desidero sottolineare: il successo personale è frutto prevalentemente del lavoro in team», afferma Berra. «Per il novanta per cento del mio tempo sono fuori ufficio per relazionarmi con gli investitori, ma da solo non avrei mai potuto raggiungere questi risultati. Tutti i miei clienti sono condivisi con la mia squadra».

Non è facile per un professionista mettere in piedi un team di collaboratori. 

«No, non è facile realizzare una struttura di questo tipo. Quando sono entrato in Fideuram nel 2002, ricordo di essermi confrontato con un collega, che all’epoca stava già sperimentando una collaborazione con un professionista che fosse in grado di aiutarlo nell’attività giornaliera. Da quel momento, ho capito che, se avessi voluto crescere, avrei avuto bisogno di contare anche sul supporto di altri consulenti; e ciò avveniva prima che il contratto di team fosse sancito dalla banca».

Come è cominciato in termini concreti questo tipo di lavoro? 

«Dopo essere entrato in Fideuram nel 2002, negli anni tra il 2005 e il 2007, mi resi conto che avevo bisogno di un aiuto. Dapprima con una persona in segreteria e poi con un dipendente bancario di Rho in prepensionamento, ho iniziato a sviluppare i suoi contatti, riconoscendogli un contributo. Poi, dopo diversi viaggi negli Stati Uniti, ho studiato come si stava muovendo il mercato e ho visto che per loro, e da tempo, era normale lavorare in gruppo, dove ognuno portava le proprie competenze. Io oggi mi avvalgo di nove professionisti che operano con me, ma oltre oceano i gruppi di venti o trenta professionisti sono la norma. Quando la mia azienda ha avviato il primo progetto per favorire il lavoro in team, ho dato immediata disponibilità. Poi ho cominciato a dare forma al mio gruppo, che a oggi è così composto: tre ragazze in segreteria, un ex bancario con grande esperienza con il quale collaboro da oltre dieci anni, tre giovani molto bravi arrivati negli ultimi quattro anni e un consulente finanziario, basato a Milano, con il quale ci completiamo: mentre io amo stare a contatto diretto con i clienti sviluppando la parte commerciale, lui mi assiste nella costruzione dei portafogli. La mia squadra, ancora oggi, è in continua evoluzione e continuerà a crescere».

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