I consulenti finanziari non hanno tempo da perdere: stiamo entrando in una nuova era, quella digitale. I processi di digitalizzazione in atto, che si pensava sarebbero durati anni, vanno accelerati. Per poter offrire al cliente un’esperienza personalizzata e più adatta alle esigenze di ciascuno, il settore del wealth management, così come quello del risparmio gestito, devono modernizzarsi in fretta.

La crisi causata dalla pandemia di Covid-19 sta costringendo private banker e asset manager a rivedere le proprie strategie e integrare intelligenza artificiale, data analytics e altri strumenti di innovazione tecnologica. La chiave è apportare cambiamenti immediati e permanenti nel modo di fare business. Sfruttare l’analisi dei dati e l’AI per offrire un servizio di consulenza finanziaria più completo è diventato un “must”.

Digitalizzazione e FinTech stanno trasformando diversi elementi del settore del private banking e del wealth management nell’ultimo decennio in tutto il mondo. Sono tanti, tuttavia, i gruppi di gestione patrimoniale ancora in ritardo rispetto a questa tendenza. Persino nella “tecnologica” America.

I consulenti e le società di asset management che hanno avuto la meglio durante la recente tempesta da coronavirus hanno investito maggiormente in spazi e piattaforme dedicati ai clienti. L’offerta va ben oltre le videochiamate e sono gli stessi clienti a chiedere un upgrade.

Clienti apprezzano l’esperienza digitale più dei consulenti

“Tutti utilizzano ormai Zoom per le videochiamate ed è per questo che i titoli di questa società sono schizzati alle stelle”, sottolinea alla testata PWM Doug Fritz, co-fondatore della società statunitense di consulenza tecnologica F2 Strategy. Zoom ha superato i 300 milioni di utenti al giorno, per un incremento del 50% rispetto a inizio mese. A dicembre, due mesi prima dell’avvio delle misure di contenimento globali, più o meno drastiche, erano solo 10 milioni.

Molte aziende, specie quelle meno a loro agio con il nuovo corso FinTech, sono andate controcorrente e ancora non hanno integrato l’App nei loro sistemi. Questo perché vorrebbero che il consulente rimanga il responsabile, non il cliente. Ma è proprio qui che si sbagliano.

“I clienti pretendono sempre di più un’esperienza digitale”, dimostrando di apprezzarla molto di più dei loro consulenti, secondo Fritz, che coordina il Wealth Tech Innovation Board.

Del consiglio fanno parte 70 responsabili di tecnologia, leader dell’innovazione e manager del digital private banking presso i principali gestori patrimoniali del Nord America.

“Se vogliono restare competitivi e rilevanti nell’arena concorrenziale” i tanti attori del settore rimasti indietro “devono agire subito”, precisa nel numero di maggio del magazine We-Wealth Ugo Cotroneo, managing director e partner di Boston Consulting Group.

Secondo il responsabile Financial Institutions Italia, Grecia, Turchia e Israele, “serve un piano da realizzare nei prossimi sei mesi. Perché se è vero che tutti gli operatori subiscono gli effetti della crisi, le differenze tenderanno ad ampliarsi“.

Si allargherà il gap “tra coloro che oggi sono in grado di investire tempestivamente e in modo selettivo, su specifici temi, e tutti gli altri”.

L’importanza di data analytics, cloud e machine learning

Come ricorda Deloitte in un report che porta la firma di Yoan Chazal, investment services associate del gruppo, la pandemia di Covid-19 ha impartito una lezione fondamentale alla comunità del risparmio gestito e degli investimenti più in generale.

Persino i gestori e i consulenti finanziari le cui strategie hanno orizzonti a lungo termine hanno bisogno talvolta di basare le proprie decisioni di investimento sulle ultime informazioni di attualità. Il processo va aggiornato piủ in fretta rispetto agli standard a cui erano abituati pre crisi.

Senza queste informazioni, processate rapidamente grazie alle nuove tecnologie, ossia almeno alla velocità alla quale si muovono i mercati, i professionisti degli investimenti rischiano di operare in maniera non ottimale. E di farlo proprio in un periodo molto critico come quello attuale.

Gli input nuovi e tempestivi richiedono un processo di adattamento del “motore decisionale” dell’investimento. Anche perché le nuove informazioni possono essere molteplici e non strutturate. Per elaborarle tornano utili strutture cloud all’avanguardia e, come suggerisce Deloitte, “potrebbe essere necessario adottare nuove tecniche di analisi come il machine learning“.


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Daniele Chicca

Laureato in lingue e letterature straniere all'Università di Bologna, con un anno presso la UCL di Londra, è giornalista professionista dal 2007. Partendo da Reuters si è con il tempo specializzato in finanza, economia e politica. Grazie a competenze SEO e social, ha contribuito a portare a un incremento del traffico progressivo sul sito Wall Street Italia (in qualità di responsabile editoriale). È stato inviato da New York per Radio Rai e per varie agenzie stampa, tra cui AGI e TMNews (ex Apcom). Al momento si occupa della strategia di comunicazione di alcune startup svizzere specializzate in crypto, FinTech, materie prime e mondo del lavoro.