Muoversi sulla base di serie informazioni è il primo elemento per prendere decisioni responsabili e, soprattutto, di lungo periodo. 

Intervista a Joe Capobianco, responsabile formazione consulenti finanziari e private banker di Credem Euromobiliare Private Banking.

Quale ruolo ha il consulente finanziario nel trasmettere cultura finanziaria? Il contatto con l’investitore è anche finalizzato a questo scopo?

«Numerose ricerche di mercato condotte, sia da authority, sia da enti privati, 30 anni fa come oggi, dimostrano che il consulente finanziario è la prima fonte di formazione finanziaria per i suoi clienti. Il contatto con l’investitore è quindi certamente finalizzato a questo scopo, anche perché sono proprio i clienti a chiederlo. Un esempio molto recente riguarda i prodotti e i servizi finanziari che rispondono a criteri di sostenibilità: secondo l’ultimo “Rapporto Consob sulla Relazione Consulente-Cliente”, il 78% dei clienti si aspetta che sia il consulente finanziario la sua prima fonte di informazione e aggiornamento in materia. 

Non cito a caso il tema degli investimenti sostenibili. Secondo l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, 

• la pianificazione finanziaria a lungo termine va di pari passo con la gestione sostenibile delle risorse del pianeta;

• chi ha una buona alfabetizzazione finanziaria è meno a rischio di scivolare sotto la soglia di povertà;

• l’educazione all’investimento incentiva la scelta di prodotti finanziari sostenibili.

Per queste ragioni Credem Euromobiliare Private Banking investe molte ore e ampie risorse nella formazione dei suoi consulenti finanziari». 

Si è sempre detto che la cultura finanziaria in Italia è molto modesta. È ancora vero? Ci sono stati cambiamenti in positivo negli ultimi 10 anni o per i consulenti è sempre molto difficile fare passare i concetti finanziari base?

 «La cultura finanziaria in Italia continua a essere molto modesta. I rapporti sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, pubblicati ogni anno da Consob, confermano che gli italiani che non hanno un consulente finanziario proseguono ad avere in parenti, amici e colleghi i principali consiglieri in materia di investimenti finanziari.

Stupisce che l’ultima pubblicità televisiva sul Btp valore, un autentico bombardamento mediatico peraltro, rappresentava un’affiatata simpatica coppia consigliare di fatto a un’altra coppia altrettanto agée di acquistare il citato titolo di stato. Molto preoccupanti anche i risultati dell’ultima ricerca Ocse-P.i.s.a. sulla financial literacy dei giovani adolescenti italiani che, nel misurare l’alfabetizzazione finanziaria degli studenti nel mondo, colloca l’Italia al 12° posto su un campione di 20 paesi, con il 21% dei giovani italiani che ha una conoscenza finanziaria insufficiente (la media Ocse è del 14,7%) e solamente il 4,5% che si posiziona al livello più alto (media Ocse 10,5%).

Un cambiamento è rappresentato dall’istituzione del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, avvenuta in realtà nel 2017, al quale partecipano anche il Ministero dell’istruzione, il Ministero dell’economia e delle finanze e il Ministero dello sviluppo economico. Tra i suoi obiettivi, ci si aspetta molto dall’impegno a inserire l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale come materia curricolare nei percorsi di istruzione obbligatoria».


Unknown's avatar
Redazione

La redazione di Fondi & Sicav è un team di esperti e appassionati di finanza, specializzati nell’analisi e nell’approfondimento di fondi comuni, SICAV e strumenti di investimento. Con un approccio chiaro e aggiornato, forniscono contenuti di qualità per guidare i lettori nelle scelte finanziarie più consapevoli.