È passato circa un anno e mezzo dalla nascita di Credem Euromobiliare Private Banking, la società che ha riunito tutte le attività di merchant banking e di distribuzione di prodotti finanziari che facevano capo a Euromobiliare e al Credito Emiliano.

In pratica, si è trattato di mettere insieme le competenze e le relazioni di una delle banche più solide in Europa con le capacità di Euromobiliare, che opera dal 1973 nell’ambito del private banking e corporate finance advisory.

Anche se le due strutture collaboravano strettamente da molti anni, l’unificazione ha rappresentato la possibilità di operare con una sinergia molto più stretta e un’efficienza molto maggiore.

Non a caso al momento della partenza della nuova entità legale, all’inizio del 2023, Matteo Benetti, direttore generale di Credem Euromobiliare Private Banking, dichiarò a Fondi&Sicav: «Il passo che abbiamo deciso di compiere è la realizzazione di un sogno, di un progetto al quale abbiamo lavorato tanti anni, con la finalità di dare risposte alle esigenze sempre più articolate dei nostri clienti, attuali e prospettici.

È stato ponderato, discusso, condiviso più volte, con un forte coinvolgimento della banca e della proprietà. Lo abbiamo pensato per cogliere un’opportunità, analizzando e vagliando tutti gli aspetti di un’operazione che avrebbe creato nuovi scenari nel contesto competitivo. Con Credem Euromobiliare Private Banking nasce una delle prime cinque private bank italiane».

E nel frattempo come è andata? Sono state realizzate le speranze, i sogni che avevano spinto proprietà e manager a iniziare questa avventura? Fondi&Sicav è tornata da Benetti per farsi illustrare un primo bilancio di questa esperienza.

È più di un anno che è nata Credem Euromobiliare Private Banking: si può fare un primo bilancio? Può dare qualche numero?

«La nostra private bank è nata circa 18 mesi fa. Sono stati mesi di lavoro molto impegnativi per affinare processi operativi, sistemazioni immobiliari, servizi bancari, strutture di supporto…insomma, non ci siamo annoiati. Prima di citare alcuni numeri vorrei insistere sulla principale conquista che siamo riusciti ad affermare in questi mesi: la consapevolezza che siamo una realtà diversa dai nostri competitor e la coesione della squadra, in rete e in sede. Diversi perché, a differenza della scelta che stanno facendo in molti, abbiamo optato per una legal entity specializzata all’interno della federation of business che incarna il gruppo Credem: tutto ciò comporta un grande senso di responsabilità legato alla nostra autonomia gestionale e la consapevolezza di avere fatto nascere un player molto rilevante nell’industria del private banking in Italia. Il senso di appartenenza a questa realtà unica è aumentato enormemente ed è proprio in questa direzione che vorrei vedere crescere ulteriormente la squadra, verso un sempre maggiore orgoglio di fare parte di una realtà unica sul mercato. Per quanto riguarda i numeri, la raccolta netta ci ha visto migliorare di circa 3,5 miliardi nel periodo e siamo più attivi che mai nel reclutamento, con l’inserimento di più di 50 nuovi colleghi di alto profilo. Soddisfatti? Mai… Siamo consapevoli di avere molto potenziale ancora inespresso e mi aspetto che i numeri segnino un’ulteriore accelerazione nei prossimi mesi». 

Quali vantaggi ha portato ai vostri clienti la nuova società?

«A oggi la principale conquista è una maggiore focalizzazione sul core business del private banking: il nostro modello operativo consente al banker di concentrarsi sulla relazione con il cliente e l’attività consulenziale, mentre la gestione dell’operatività viene demandata alle figure di supporto. Le esigenze della nostra clientela sono oggi talmente sofisticate e complesse, dalla gestione degli asset non finanziari alla preparazione del passaggio generazionale passando dalle possibili necessità di intervenire sul capitale della aziende, che richiedono una focalizzazione assoluta delle nostre persone sul cuore dell’attività. Stiamo inoltre lavorando intensamente sul fronte dell’experience dei nostri clienti: come ho spiegato nel corso della nostra convention questa primavera, vorrei restituire loro la piacevolezza di entrare in banca, che percepiscano in ogni momento della loro relazione con noi di essere accolti, supportati e accuditi. Motivo per cui stiamo avviando un ascolto profondo e sistematico della clientela per mettere poi in atto idee e iniziative in grado di portarci al livello dei più importanti brand del lusso in termini di customer experience.   

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Giuseppe Riccardi

Dopo esperienze in primarie società di gestione internazionali nel 2000 realizzo con FondiOnline il sogno di una informazione finanziaria indipendente dedicata al mondo del risparmio gestito.
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