I rendimenti del segmento sono interessanti e i fondamentali supportano le società emittenti. Intervista a Anahi Machado, fixed income fund manager, DPAM

L’impennata dell’inflazione e la conseguente reazione in materia di tassi d’interesse da parte delle banche centrali hanno penalizzato i corporate bond nel 2022. Cosa vi aspettate per l’anno in corso?

Il 2022 è stato un anno complesso per i mercati del reddito fisso. Le principali economie hanno subito uno shock inflazionistico che ha dominato i titoli dei giornali finanziari e ha portato a un significativo aumento dei tassi di interesse e delle aspettative di politica monetaria. L’incertezza ha regnato, mentre l’Eurozona è stata colpita da un ulteriore shock energetico. L’anno si è concluso con gli spread di break-even del credito, un cuscinetto di sicurezza utilizzato da un decennio a questa parte per far fronte a una fase di debolezza.
Confrontando i rendimenti sull’alto merito creditizio e l’alto rendimento in euro, siamo passati dalla fascia bassa degli ultimi 20 anni a quella superiore all’80° percentile nel corso del 2022. Per il 2023 prevediamo una forte performance del credito nell’Eurozona, grazie alle revisioni al rialzo della crescita, ai solidi fondamentali, all’impulso fiscale che favorisce sempre più gli investimenti in capitale sostenibile e agli investitori che apprezzano le valutazioni storicamente elevate raggiunte a inizio 2023.
I fondamentali rimangono solidi e, anche se sicuramente i margini e gli utili diminuiranno nei prossimi trimestri, stiamo entrando in questa fase di contrazione da una posizione di forza. Tuttavia, la selettività e la selezione del credito sono fondamentali in questo contesto, poiché è probabile che la ripresa sia disomogenea tra i vari settori e all’interno di essi.
Quali tipologie di corporate bond state privilegiando in questa fase di mercato in termini di affidabilità creditizia, duration, settori, aziende?
Il settore immobiliare continua a registrare un elevato grado di performance idiosincratica, ma presenta prospettive di valutazione interessanti nel medio termine. La selezione degli emittenti rimane fondamentale nel 2023. La mancanza di offerta e la tenuta degli utili, che dovrebbero beneficiare degli effetti ritardati dell’inflazione, attenueranno probabilmente il previsto impatto negativo dell’aumento dei tassi sulle valutazioni degli attivi.
Continuiamo ad apprezzare il segmento della logistica sia nell’Europa continentale, sia in quella orientale. Guardiamo con interesse anche alle banche, con un aumento a due cifre del reddito netto da interessi e degli utili. I finanziamenti TLTRO da rimborsare ammontano a 1.700 miliardi di euro, con il pagamento più elevato nel giugno 2023, e si prevede che i rapporti di liquidità scendano con l’emissione da parte delle banche di un maggior numero di obbligazioni garantite (e anche di obbligazioni privilegiate senior) per mantenere i rapporti a un livello sostenibile.
Il maggior flusso di Senior Non-Preferred/Senior Preferred previsto per il 2023 può far aumentare gli spread creditizi degli strumenti nel breve periodo fino all’assorbimento del mercato, ma poi tutte le asset class potrebbero sovraperformare nella seconda metà dell’anno, quando la crescita del PIL tornerà in territorio positivo e l’inflazione comincerà ad attenuarsi. Prevediamo che l’offerta di obbligazioni ESG supererà i livelli del 2022 e stabilirà un altro record nel 2023. Il potenziale piano industriale “verde” dell’UE potrebbe essere un altro driver secolare per dare ulteriore impulso alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio nell’Eurozona.
Ciò andrebbe chiaramente a vantaggio dei leader climatici in vari segmenti del mercato. Per quanto riguarda l’alto rendimento, ci aspettiamo che il mercato rimanga volatile. Nell’ultimo anno è stato creato valore anche nelle obbligazioni ad alto rendimento e, per il momento, i bilanci sono ancora in condizioni relativamente buone. Allo stesso tempo, gli utili si stanno manifestando come previsto. Il mercato primario rimane tuttavia poco brillante e le società con esposizione a tasso variabile devono adattarsi a una nuova realtà di tassi più elevati. Da un punto di vista storico, le insolvenze rimangono basse in Europa, ma negli ultimi mesi sono aumentate. Il muro delle scadenze si profila verso la fine del 2024. Rimaniamo concentrati sulla preservazione del capitale in un mercato incerto.
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

