Tra tutti gli esempi significativi di passaggio generazionale che Fondi&Sicav ha pubblicato nell’arco di tre numeri, questo ha una caratteristica: la figlia, pur avendo avuto sempre un grande interesse per la finanza, non ha fatto studi economici e ha deciso di entrare nella professione che ha poi scelto abbastanza a sorpresa.

Ecco, quindi i due protagonisti della storia, ambedue di Bnl Bnp-Paribas Life Banker.

Alessandro Glisoni, classe 1967, maturità classica, economia e master su analisi dei mercati finanziari e l’influenza geopolitica e sociopolitica sugli investimenti.

«Sono entrato nel mondo finanziario nel 1989 come dipendente della Banca agricola mantovana, poi passata a Mps, e migrato in seguito in varie realtà (Gruppo Bcc, Capitalia, Unicredit, Barclays ) ricoprendo vari ruoli come manager. Infine nel 2013 sono passato alla consulenza finanziaria, avendo maturato la convinzione che sarebbe stato il futuro di chi, come me, aveva una grande passione per la finanza e una grande attenzione ai clienti. Dopo alcuni anni di consulenza, ho maturato l’idea, visto l’interesse di mia figlia al mondo della finanza, di provare a coinvolgerla in questo mio sogno, ovvero di condividere appieno la passione e la soddisfazione per questa professione.

Clizia Glisoni, classe 1987, millennial: «L’inizio del percorso lavorativo con mio padre risale a circa tre anni e mezzo fa. La motivazione di questa scelta credo che risalga a quando ero bambina: ricordo quanto fossi estremamente affascinata dai discorsi di mio padre, che parlava molto spesso di lavoro e utilizzava tutti quei termini complicati cui costantemente cercavo di dare un significato. L’idea di interessarmi alla consulenza finanziaria ha preso forma mentre stavo completando i miei studi all’università, ben distanti da quelli che ritenevo i miei interessi primari, perché possiedo la laurea e l’abilitazione alla professione di farmacista. Era comunque già innegabile, durante il mio percorso di studi, una vocazione per le discipline economiche con la scelta di esami facoltativi legati a questa sfera e alla gestione aziendale. Tant’è che, su suggerimento di mio padre, decisi di sostenere l’esame per diventare consulente, pensando che un domani potesse essere un valore aggiunto al bagaglio culturale personale. Ricordo che, qualche mese dopo avere superato l’esame, mio padre si apprestava a partire per un’interessante convention a Parigi; dentro di me avevo sempre sognato un lavoro che potesse darmi costanti stimoli, che non cadesse nella monotonia della routine e che non ponesse limiti in termini di spazio e tempo. Probabilmente è stato proprio quello il momento in cui si è innescata la scintilla e ho capito che era arrivato il momento di “partire” con lui». 

Quali sono stati gli insegnamenti del padre al momento dell’inserimento e com’è stato il percorso di formazione da parte della società mandataria?»

Alessandro Glisoni: «Inizialmente ho chiesto a mia figlia di partire dalla gavetta della parte amministrativa, delle procedure e di tutti i settori e servizi che un gruppo bancario come il nostro poteva offrire ai clienti, in maniera tale da capire bene ogni meccanismo e passaggio. Ovviamente le ho fatto costantemente da supervisore. Dopo pochi mesi, notando una buona preparazione e una valida conoscenza generale, ho cominciato a coinvolgerla nella parte che riguardava la relazione e il rapporto fiduciario con i clienti nei vari incontri e questi manifestavano grande apprezzamento nel vedere una possibile continuità nella figura di mia figlia Clizia. La nostra mandante ha fortemente agevolato il processo di formazione e ha fornito una piena collaborazione e un’ottima sinergia con tutte le strutture interne a supporto del consulente, creando vari incontri in aula, e-learning e master come la consulenza patrimoniale».

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